salute e medicina

L'Istituto superiore di sanità: "Unico focolaio monitorato in Toscana"
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Ambulatori della Asl presi letteralmente d’assalto dai genitori che portano i figli a fare il vaccino. È l’effetto meningite: in Liguria due casi nelle ultime settimane, mentre in Italia si registra un'altra vittima, un uomo morto a Roma. E poi tre ricoverati in Toscana, un altro a Roma, a Sulmona e a Brescia. Ma dai medici arriva più di una garanzia: non c’è nessuna emergenza e soprattutto non c’è alcun motivo di correre in fretta e furia ai ripari.

“Alle 7.40 di questa mattina in una delle nostre sedi c’erano già 80 bambini – racconta a Primocanale Alessandra Robotti, dirigente della Asl 3 Genovese – ma questa corsa al vaccino è inappropriata e inopportuna, anche perché così è impossibile dare alle famiglie le dovute spiegazioni”. A smorzare la tensione è anche l’Istituto superiore della sanità. “Non c’è nessun allarme. In Italia si contano mediamente mille casi all’anno di meningite batterica, ciò vuol dire che di norma si registrano più casi al giorno. E d’inverno le infezioni sono di solito più numerose”, ha spiegato Gianni Rezza, direttore del reparto malattie infettive dell’Iss.

Nessuna epidemia, insomma. “Non c’è una condizione di emergenza, i casi balzati alle cronache sono sporadici”, conferma Robotti. Diverso invece il caso della Toscana, dove “c'è stato un aumento di casi per uno stesso ceppo virulento di meningococco C. Quella toscana è una situazione che va seguita, ma per il resto - conclude Rezza - tutto rientra purtroppo nella normalità, e a questo punto è più che mai importante mantenere alta la copertura vaccinale”.

Il consiglio è quindi invariato: vaccinarsi, ma senza inutili psicosi. “Noi consigliamo di spalmare l’accesso, non solo nei giorni prima dell’apertura delle scuole – prosegue la dirigente della Asl genovese – ma anche con calma nei prossimi giorni. Sul sito del Cup si può prenotare comodamente. Da anni diciamo che è importante proteggersi e abbiamo sempre dato tutte le informazioni necessarie. Ma lo ribadiamo, non è in atto un’emergenza, non serve assaltare gli ospedali”.

Le fasce più colpite? I bambini piccoli e i giovani. Continua la dottoressa Robotti: “Ricordiamo che diversi agenti possono provocare la meningite. Il meningococco è quella che la causa nei bambini. I più esposti sono quelli con meno di 5 anni e i giovani tra i 15 e i 30 anni”. A maggior ragione è inutile affannarsi se non si rientra in questi ranghi d’età. “Siamo pieni di richieste da parte di adulti e anziani, che però sono colpiti da germi che nulla hanno a che vedere col meningococco”.

Per le fasce più a rischio la vaccinazione è gratuita.
In Liguria la copertura viene offerta gratis per il meningococco B e C. Le Asl, ricorda Robotti, inviano alle famiglie due lettere con l’invito in ambulatorio: la prima a chi ha figli tra i 13 e i 15 mesi per una prima vaccinazione e una seconda per gli adolescenti di 14-15 anni.

GENOVESI FUORI PERICOLO - Sono fuori pericolo i due pazienti genovesi colpiti da meningite. La prima, una donna peruviana colpita da meningite di ceppo B e ricoverata la sera di Natale all'ospedale san Martino di Genova è stata estubata, è vigile e cosciente e la prognosi è stata sciolta. Il secondo, un uomo di 67 di origini indiane affetto da meningite da pneumococco e ricoverato al Galliera il 2 gennaio, è senza febbre e sta rispondendo bene alla terapia antibiotica. 

LA CONFERMA DEI NOSOCOMI - "Per quanto riguarda la paziente del san Martino abbiamo sciolto la prognosi visto il netto miglioramento". Queste le parole del dottor Giovanni La Valle, direttore sanitario del san Martino di Genova che ha confermato il miglioramento della paziente peruviana affetta da meningite di ceppo B. "La paziente non è più in pericolo di vita - ha detto La Valle - nelle prossime ore verrà trasferita dal reparto di rianimazione a quello di malattie infettive per proseguire la cura". Anche il paziente di 67 anni, ricoverato al Galliera con una meningite da pneumococco "sta meglio, è senza febbre e risponde perfettamente alla terapia antibiotica - ha detto il direttore sanitario del Galliera Giovanni Lo Pinto - La prognosi rimarrà riservata per altre 24 ore solo per precauzione".

VACCINI ALLA SPEZIA - Dal 4 gennaio l'Asl 5 della Spezia attiverà due numeri di telefono per informazioni e prenotazioni. "Non è in atto alcuna indicazione epidemiologica locale per procedere a vaccinazione estesa - si legge in una nota dell'Asl 5 - Non si sono verificati da tempo sul territorio di questa Asl casi di meningite né situazioni che richiedano una specifica profilassi. La possibilità di incrementare l'offerta vaccinale è allo studio, con sedute vaccinali aggiuntive per chi avrà effettuato le prenotazioni. I due numeri telefonici istituiti saranno attivi da mercoledì 4 gennaio. Per i Comuni del golfo, val di Vara e Riviera il numero è 0187534542. Per i Comuni della Val di Magra compresi Follo, Bolano e Calice attivo il numero 0187604898".

NEL RESTO D'ITALIA - È morto di meningite al policlinico Umberto I di Roma il 50enne originario di Alatri (Frosinone), ricoverato in gravi condizioni il 31 dicembre scorso. L'uomo era affetto da meningite da pneumococco, una forma non contagiosa. Da diversi giorni aveva febbre molto alta. Nel nosocomio resta ricoverata una 14enne originaria di Palestrina, colpita da meningococco in corso di tipizzazione. Le sue condizioni sono migliorate. In giornata si è riunito il gruppo di monitoraggio della Regione Lazio, costituito nella seconda metà di dicembre 2016, che non ha rilevato incrementi di casi di meningite rispetto al periodo precedente (2001-2015). In Toscana, nelle ultime ore, sono stati registrati tre casi di meningite, due di tipo B, a Livorno e nel Fiorentino, e una ventenne di Prato affetta da meningococco di tipo C, che sta meglio. Un altro caso da pneumococco si è inoltre registrato a Sulmona, in un uomo di 84 anni. E un 20enne è stato ricoverato a Brescia: le analisi hanno confermato la presenza di meningococco di tipo C. Il giovane non sarebbe in gravi condizioni.

IL RISCHIO - Ogni anno in Italia sono circa mille le persone colpite dalla meningite ed il 10% di chi la contrae non sopravvive: per questo, la vaccinazione è fondamentale, come ribadisce anche Ranieri Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, secondo cui "è un grave errore dire che siamo in presenza di un'epidemia di meningite". In media, il 50-60% dei pazienti guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze anche molto gravi (15 bambini su 100 hanno complicanze così gravi da richiedere protesi acustiche o degli arti, riportano cicatrici invalidanti, seri problemi alla vista, deficit neuro-motori) con un costo umano, sociale e sanitario altissimo.