cronaca

Boom influenzale e scarsa organizzazione tra le cause
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Il pronto soccorso dell’Ospedale San Martino è al collasso. Tra i motivi il boom influenzale ma anche una gestione che, secondo Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria, è da rivedere. “Dopo giorni di sovraffollamento oggi il tracollo, le barelle delle croci vengono prestate all'ospedale con le ambulanze che rimangono ferme ad aspettare la restituzione".

La rappresentatnte sindacale prosegue analizzando le cause che hanno prodotto tale situazione: "Nei giorni festivi i medici di famiglia non sono reperibili e l'unica soluzione diventa il pronto soccorso anche per patologie meno gravi. Il primo piano del pronto soccorso dell'ospedale San Martino sembra un girone infernale. Una situazione insostenibile per pazienti ed operatori”.

La Regione è intervenuta sull'argomento con una nota dell'assessore Sonia Viale. “ Questa emergenza è legata, da quanto emerso dall’analisi dei dati, a una anticipazione di 20 giorni della patologia influenzale che non capitava dalle ultime sei stagioni invernali". E l'assessore indica anche i numeri. "Tra il 25 e il 31 dicembre del 2015 i pazienti trasportati in ambulanza erano stati 1600 mentre nel 2016, negli stessi giorni della festività natalizie, sono stati ben 2003 con un incremento del 25%".

Ma il segretario confederale Uil suggerisce anche possibili soluzioni: “Basterebbe aprire in via straordinaria gli ambulatori per chi presenta situazioni meno gravi in modo da sfoltire la presenza di pubblico nei pronto soccorsi cittadini, ma bisogna agire subito, non si deve lasciare la situazione in questo stato”.

"Stiamo già lavorando di concerto con la Asl 3 in ambito metropolitano. Abbiamo aumentato il deflusso dei pazienti verso il territorio, c'è un'operazione ad ampio raggio per spostare pazienti dagli ospedali alle strutture sul territorio - replica il direttore sanitario del San Martino, Giovanni La Valle - quindi stiamo governando il fenomeno. Non c'è nessun problema coi ricoveri, a ognuno garantiamo assistenza". 

Per Paolo Moscatelli, direttore del pronto soccorso, la colpa è da attribuire anche al boom influenzale: "Sono arrivati molti pazienti con problemi respiratori e febbrili e questo ha fatto sì che l'intero sistema di emergenza metropolitano ne abbia risentito".