cronaca

Niente petardi per strada e vicino a chiese, scuole e canili
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Sono tanti anche a Genova i divieti che riguardano i botti di Capodanno. Il regolamento proibisce petardi ed esplosivi vari “in tutti i luoghi coperti o scoperti, pubblici o privati in cui si svolgono manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico di qualsiasi tipo”. Il divieto include “tutte le vie, piazze ed aree pubbliche ove transitano o siano presenti delle persone” e “all’interno di asili, scuole, ospedali, case di cura, comunità, uffici pubblici e ricoveri di animali (esempio canile e gattile), nonché entro un raggio di 200 metri da tali strutture”.

Il regolamento stabilisce anche che “la vendita negli esercizi commerciali abilitati è consentita esclusivamente nel rigoroso rispetto dei limiti e delle modalità stabilite dalla legge, con particolare riguardo al quantitativo massimo che può essere detenuto presso ciascun punto vendita, all'etichettatura e alle norme poste a tutela dei minori".

In caso di violazioni, oltre alle sanzioni, il Comune "potrà disporre, l'eventuale sequestro della merce irregolarmente venduta, il divieto di prosecuzione della vendita. In considerazione del particolare rischio che si potrebbe configurare è vietato il commercio in forma itinerante di artifici pirotecnici”.

Il Comune, poi, rinnova "l'appello a non usare botti di Capodanno anche nei locali privati dove possano arrecare rischi o comunque disagi alle altre persone e causare traumi agli animali. E’ noto che gli animali, sia domestici che selvatici, avvertono maggiormente le detonazioni e reagiscono spesso in maniera istintiva e incontrollata, esponendosi così a gravi traumi o alla morte, mettendo al contempo a repentaglio anche l’incolumità delle persone in un momento di festa".

Al contrario del Comune di Sestri Levante che ha vietato i botti di Capodanno in barba alla circolare del ministero degli Interno, che, diffusa alle Prefetture, ha definito potenzialmente illegittime le ordinanze che vietano i fuochi d'artificio, comuni che di solito emettevano ordinanze restrittive, come Chiavari, hanno optato per più morbidi consigli di prudenza. L'associazione animalista Ayusiya ha comunque chiesto ad alcune amministrazioni del Tigullio di applicare le leggi sulla sicurezza richiamando il codice penale.