cronaca

L'arcivescovo e presidente Cei: "Il Natale ci parla di un altro mondo"
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 Di fronte a una "realtà opaca" il Natale "sembra parlarci di un altro modo di vivere, di un altro mondo dove la bontà è il cuore pulsante, la bellezza è diffusa, la giustizia e la pace sono di casa, la benevolenza regna". Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei nell'omelia della notte di Natale.

Il cardinale ha detto che "nessuno può negare la realtà opaca delle cose, la vediamo inesorabile vicino a noi con il suo bagaglio di violenza, falsità e morte. La vediamo nelle preoccupazioni quotidiane, nella mancanza di lavoro, di stato sociale, di prospettive per i giovani, di dolorosa umiliazione per chi è avanti negli anni e non ha più certezze e nella disperazione di tanti che fuggono dalle loro terre in cerca di libertà, di un futuro di serenità e di pace". Ma "se ci fermiamo davanti al presepe sentiremo che la debolezza di quel misterioso Bambino è la nostra forza e che la povertà di quella grotta è l'unica vera ricchezza".

"Ogni ideologia per affermare se stessa e avere potere sugli uomini, deve creare confusione nelle menti. Pensare è avvertito come una minaccia dal potere che vuole essere dominio e possesso" perché "la persona che si interroga sulle questioni essenziali diventa pericolosa", ha detto il cardinale durante la messa nel giorno di Napoli.

Bagnasco ha anche parlato della solitudine dell'uomo: "siamo continuamente connessi per essere informati ma in realtà siamo confinati nella nostra solitudine, confusi e deboli. Siamo figli di una umanità distratta e distraente: tutti siamo esposti a questo rischio. Siamo tutti aggrediti perché la mente sia occupata. La cultura che respiriamo - ha affermato - ci spinge in ogni modo ad essere distratti: ci occupa come un territorio di conquista, ci invade come si invade un fortino. Sì, siamo 'occupati' da mille rumori, immagini, parole, che ci impediscono di pensare". Davanti al presepe, ha continuato Bagnasco, "ascoltiamo il nostro cuore senza paura. Di fronte al divino Bambino tutto può emergere. La sua umiltà scioglie le nostre presunzioni, la sua debolezza cancella le nostre miserie, la sua luce illumina le nostre oscurità, dissipa le nostre confusioni, il suo sguardo inerme sostiene la fragilità dei nostri passi".