Stavolta, tutti a casa. I pompieri genovesi non partiranno per il centro Italia ancora una volta colpito dal sisma. Da Roma è arrivato l’altolà: “Poca gente sotto le macerie, non c’è bisogno”. E così, considerando anche che in Liguria è stagione di maltempo, si punta a contenere le spese e gli spostamenti.
Una dinamica ben conosciuta sotto la Lanterna, come dimostrano i dati relativi agli interventi dopo la tromba d’aria – più precisamente ‘downburst’ che ha devastato il territorio. Quasi 600 chiamate dai cittadini, di cui 359 esaurite nel giro di una settimana e 237 annullate perché nel frattempo la gente si arrangiava in altro modo.
A raccontare un caso emblematico è Stefano Giordano, coordinatore dei vigili del fuoco per Usb Liguria. La storia è quella di un’anziana di 85 anni con l’abitazione semidistrutta da un albero abbattuto: “La povera signora non è riuscita a chiamare il 115 perché c’erano le linee intasate, con più di 60 chiamate in coda. È rimasta per un giorno e una notte senza tetto con la pioggia che le entrava in casa Risultato: si è ammalata ed è finita ricoverata in ospedale”.
Il Comando Provinciale, dice Giordano, avrebbe potuto richiamare altre 160 unità in straordinario per fronteggiare l’emergenza. Invece i rinforzi sono stati molto più limitati – in media 25 uomini in più – con inevitabile congestione dell’intero sistema. “Non si fa per una questione di risparmio, non si fa perché metterebbe in mostra il nervo scoperto di questa amministrazione, che continua a ragionare senza pensare che la priorità è il soccorso”, continua Giordano.
Insomma, Genova e il centro Italia corrono su binari paralleli: pochi uomini e tanti rischi. Ad Amatrice, Norcia e dintorni – si racconta – i vigili del fuoco si sono salvati grazie al cambio dell’ora: alle 8 sarebbero iniziati i puntellamenti, la scossa è arrivata 20 minuti prima. Fosse successo con un giorno d’anticipo, sarebbe stata una carneficina. “No, non partirà nessuno. Ci hanno detto che non serviamo. Incredibile che si ragioni in termini di produttività sui vigili del fuoco”.
Ora si prepara una nuova protesta chiedendo l’appoggio dei cittadini. “Giovedì ci sarà un tavolo di raffreddamento, ma pensiamo già a una nuova manifestazione alla quale inviteremo anche i cittadini. Da loro deve partire la rivoluzione culturale. Purtroppo dobbiamo rimarcare che siamo da soli in questa lotta. Gli altri sindacati pensano a firmare accordi che producono effetti devastanti sul corpo nazionale. Nessuno si oppone alle politiche centrali”.
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