
L'uomo, difeso dagli avvocati Tatiana Ratto e Antonio Falchero, ha fornito agli inquirenti la sua versione dei fatti negando di aver fatto propaganda a favore dello Stato Islamico. L'egiziano ha ammesso di aver ricevuto materiale jihadista via Facebook, ma ha negato di averlo condiviso. Al termine dell' interrogatorio, il Gip ha convalidato il fermo e ha emesso un decreto di ordine di custodia cautelare in carcere. L'egiziano sarà quindi trasferito presso il carcere di Imperia.
IL COMMENTO
Siri quasi Papa e le “frecce” di Fortebraccio. Il conclave non parla come la politica
Il Vangelo di Matteo 25 e l’eredità di Papa Francesco