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L’ultima fumata nera nel Partito Democratico spezzino
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 Dopo alleanze, tradimenti, accordi e telefonate a raffica per convincere i delegati a schierarsi con l’uno o l’altro candidato, alla fine si è consumata un’altra giornata di tensioni nel Pd spezzino. E l’epilogo è stata una fumata nera. In corsa c’erano Federico Barli, orlandiano, e Luca Mastrosimone, fedelissimo dell’europarlamentare Benifei, e sostenuto anche dai paitiani. Nessuno dei due candidati alla segreteria comunale del partito democratico ha ottenuto i 58 voti necessari per farsi eleggere.

Ma al di là dei numeri è la furente sfida tra le tre correnti che continua a impensierire i pochi che vorrebbero un Pd più coeso e impegnato nell’imminente campagna elettorale delle amministrative alla Spezia.
La strana alleanza Benifei-Paita, con il primo sostenitore di Forcieri candidato sindaco, e la seconda fiera oppositrice del Presidente uscente del Porto, alimenta sospetti su possibili accordi in vista delle comunali.

Dall’altra parte Orlando, in minoranza nel Pd provinciale, aveva i numeri per guidare il partito nell’unione comunale, ma il tradimento di Benifei e della sinistra Dem lo hanno spiazzato. Dopo la fumata nera le varie anime del Pd dichiarano sia il momento di trovare l’intesa su un nome condiviso.

Ma il nome non c’è, la strategia comune neppure, e lo scambio di accuse non si ferma. “Non si trova l’intesa sul segretario comunale – commenta sarcastico un esponente del Pd locale – figuriamoci quando si tratta di decidere il candidato sindaco”. E così l’auspicio che proprio Orlando aveva espresso di superare le divisioni e condividere nome per la poltrona di primo cittadino, evitando le primarie, ad oggi, sembra una chimera.