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"Il derby pagherei per giocarlo, ma ciò che conta è vincerlo"
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"La Samp fa parte di me. Resterei anche dopo la carriera da calciatore". Angelo Palombo dichiara il suo eterno amore alla Sampdoria. Ospite a Gradinata Sud, il capitano ha parlato di derby, di Giampaolo, di passato e futuro, smentendo, al momento, un possibile ruolo da team manager: "Solo voci campate per aria".

DERBY - "Lo vivo come tutti i genovesi. Parlo poco e lo soffro. Pagherei per giocarlo. Ma l'unica cosa che conta è vincerlo. Quello di Boselli che ha preceduto la retrocessione mi ha fatto sentire come se fossi morto dentro. Quello che mi sono goduto di più? L'uno a zero con gol di Cassano nel 2010".

GIAMPAOLO - "Fa male essere capitano e non giocare. Ma nel frattempo sento la fiducia del mio allenatore. E' un bravo mister e lavora benissimo coi giovani. Cosa non facile in Italia. Già dal ritiro ha marcato una linea che è rimasta quella. Ci vuole tempo, ma i risutlati arriveranno. Siamo tranquilli. Non siamo una squadra morta".

STRANIERI -
"Se Praet è stato pagato così tanto è perchè vale tanto. Così come Dodò. Gli stranieri mi stanno sorprendendo, imparano l'italiano in 3 mesi. Da quel lato li invidio".

FUTURO - "Non lo nascondo. Alla Samp rimarrei anche dopo la carriera da calciatore, ma non so ancora con che ruolo, e comunque ora sono un giocatore e mi sento ancora pronto. Sia come centrocampista che come difensore".

CAPITANO - "E' un ruolo non facile. Non basta il carisma. Un capitano parla poco ma quando parla si fa sentire. Penso che Vasco Regini sia adatto a questo ruolo delicato".