"Ho sparato per difendermi, loro erano armati". Lo ha detto Guido Morso, secondo quanto si apprende da fonti investigative, nell'interrogatorio di fronte al magistrato e al suo legale, Mario Iavicoli, terminato in serata. Morso ha ammesso così l'omicidio di Davide Di Maria, 28 anni, e il ferimento di due suoi amici, avvenuto ieri pomeriggio in una abitazione di Molassana, sulle alture della periferia di Genova. Apparso stanco e confuso dopo la fuga di 24 ore e la notte trascorsa nei boschi intorno a Genova, Morso ha anche spiegato il movente della visita in casa dei tre: un debito. L'uomo avrebbe anche detto di essere andato con il padre dalla vittima anche per dire a lui e ai suoi amici di non frequentare locali e ambienti di sua competenza, disturbando amici e conoscenti e facendo anche minacce con la pistola. Morso ha scagionato il padre, ancora latitante, dicendo che non era armato ed ha spiegato di essere fuggito prendendo da terra anche la pistola di uno dei tre, buttandole poi per strada. Sulle armi, che lo stesso omicida ha fatto ritrovare, verranno svolte le perizie balistiche per capire chi le ha effettivamente usate.
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