
Le settimane passano e il silenzio sta lentamente calando sullo stabilimento di Via Schiva. Da oggi iniziano i primi trasferimenti, con alcuni lavoratori che migreranno nell'impianto piemontese. Tra poche settimane sarà invece la volta dei macchinari. Voci sempre più insistenti dicono infatti che verranno smontati i primi giorni di ottobre.
E nel silenzio di uno pezzo di storia che si sta spegnendo si consuma il dramma di un centinaio di lavoratori. Alcuni di loro saranno trasferiti altrove, lontano da Imperia. Altri saranno licenziati, ricevendo un indennizzo variabile in base all'età. Questo il piano presentato in estate da Colussi.
E in tutto questo resta il fallimento di una politica incapace di incidere sulla vertenza. E, se è vero che i margini di manovra fossero ridotti, è altrettanto vero che ciò non è mai stato ammesso con chiarezza dai vari politici di turno. Anzi, tutti - da Burlando a Capacci a molti altri - si sono sempre professati ottimisti sul futuro dell'Agnesi a Imperia.
Insomma, è mancata la decenza di tacere e di non illudere i lavoratori. Qualche lavoratore sottovoce ammette: "Sapevo che sarebbe andata a finire così". Ma la consapevolezza di aver avuto ragione, in questo contesto, è davvero una magra consolazione. Ormai non resta che fare i conti con il silenzio.
IL COMMENTO
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