politica

Verso la consultazione popolare / 6
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Con il referendum costituzionale di novembre 2016 si va a votare a favore o contro la riforma Boschi-Renzi. Perché votare Sì e perché votare No? Proseguiamo con l'intervento di Alberto Zolezzi, onorevole del Movimento 5 Stelle eletto in Liguria.

Caro direttore,
Santa Giulia è un paesino sulla collina sopra Lavagna, in provincia di Genova, da lì si può ammirare tutto il golfo del Tigullio e meditare. È il paesino della mia bisnonna (1870-1972) che visse su quei colli e poi costretta a scendere più a valle a Cavi, che ricordava a figli e nipoti quello che ora è scritto su una lapide a fianco alla chiesa che ho letto oggi, che dopo il 1943 fu chiesto dai nazisti agli abitanti di lasciare le loro case perchè non fornissero supporto ai partigiani. Dopo il 1945 la necessità di una custodia della qualità di vita delle comunità si fece sentire sempre più pressante e i 139 articoli della Costituzione italiana furono quel custode. Perché dover lasciare le proprie case e le proprie abitudini? Chi lo decise? Come era stato possibile dichiarare feroci guerre che fecero così male all’Italia?

Parto da qui a parlare di Riforme,
sentiamo tutti lontani dal nostro paese il vento della guerra ma sta purtroppo soffiando sinistro su stati molto vicini e molto avanzati, Libia, Siria ecc. è un attimo perdere il controllo se non sono persone scelte dal popolo a prendere le decisioni vitali per la comunità. Fare in modo che lo stato di guerra sia deciso da una sola Camera è pericoloso, se la Camera in questione ha rappresentanti scelti con metodo maggioritario è ancora peggio, cioè una minoranza infima del Paese può decidere il baratro per tutti. E ripeto, non è stato così difficile per uno stato così ricco come la Siria passare dal benessere alle bombe e alla polvere sui bimbi di Aleppo, nel 2006 quando la visitai era un posto stupendo e tollerante, ricco di storia e cultura; non lo è stato per la Libia con il PIL procapite più elevato dell’Africa. In queste Riforme proposte da persone in-elette, si sancisce che lo stato di guerra possa essere deciso da una risicata maggioranza monocamerale, il Ministro Boschi ha avuto il coraggio di dire di non preoccuparci perchè siamo in un periodo di pace quando le fu chiesto un parere in merito 18 mesi fa.

In una comunità, dal più piccolo dei comuni alla più grande città, scegliere i propri rappresentanti è fondamentale; queste Riforme proposte a colpi di voti di fiducia e di sedute notturne propongono un Senato che non scompare ma diventa non elettivo, senza contatto con i cittadini. Sarà composto di componenti dei consigli regionali e sindaci. Ad oggi sono oltre 100 gli attuali consiglieri regionali indagati per cause legate al loro mandato politico, sono oltre 1000 in tutte le consiliature precedenti, una categoria di opinabile virtù che si troverebbe all’improvviso immune da processi e sanzioni. Il fatto che i cittadini non li possano scegliere è ancora peggio.

La società, l’economia, l’ambiente sono sempre più difficili da padroneggiare ed è solo con una vasta partecipazione e interesse che le scelte potranno essere sostenibili per le comunità, per le regioni e per lo Stato. Escludere dalla partecipazione i cittadini vuol dire abbassare il livello di attenzione, vuol dire aumentare la rassegnazione tutte le volte che succede qualcosa di grave, vuol dire che i migliori non avranno voglia di mettere a disposizione i loro studi e il loro sapere perché sapranno di non poter essere ascoltati per i loro meriti, sapranno invece che se non daranno fastidio a nessun manovratore potranno fare carriera e curare il proprio orticello.

E il livello sociale scende. Il Senato conserverà importanti funzioni, discussione di leggi regionali ed europee, possibilità di richiesta di discussione di molte leggi ordinarie, per cui avere persone con un doppio lavoro non è proprio il caso. Nelle nostre proposte di Riforma si parla di dimezzare il numero dei componenti di Camera e Senato e i loro stipendi, lasciando l’elettività e la preferenza; alcune funzioni potranno essere differenziate in maniera chiara fra Camera e Senato.

Costerà meno il Senato? Il premier in-eletto dice che si risparmierà circa mezzo miliardo di euro all’anno (prima era un miliardo), ma la ragioneria dello Stato stima che siano circa 48 milioni senza contare le spese per viaggi a Roma dei doppio-lavoristi immuni. Chi conosce i lavori parlamentari sa che non sarà così. Già oggi le spese per esercizio di mandato dei senatori sono maggiori rispetto ai deputati, anche per il loro numero più esiguo (315 contro 630) con oltre 4000 euro al mese per pagare collaboratori e altro.

Se diventeranno 100 contro 600 il contributo per consentire loro di valutare gli atti che passano dalla Camera e decidere se discuterli in Senato sarà ovviamente molto maggiore, portando all’azzeramento del risparmio e della democrazia. Sulla questione affitti grazie ai deputati segretari del M5S abbiamo fatto risparmiare oltre 30 milioni di euro all’anno alla Camera. Sono questi i i risparmi dopo decenni di affitti d’oro e di ignoranza sui palazzi di proprietà che abbiamo fatto “scoprire” noi e che ora sono utilizzati come uffici dopo aver disdetto gli affitti iperbolici.

Abbiamo restituito 17 milioni di euro come parlamentari M5S senza nessuna legge, dimezzando solo gli stipendi (le indennità). Abbiamo fatto partire quasi 3000 nuove microimprese con quei soldi nel fondo microcredito. Abbiamo fatto pubblicità al fondo PMI, incrementando del 30% l’accesso al fondo stesso, si tratta di circa 30mila PMI in più supportate senza interfaccia politica o garanzie impegnative. Senza alcuna riforma. Se si vuole partecipare alla vita della comunità bisogna partire dalla nostra vita, la discussione surreale del 3 agosto scorso alla Camera è la dimostrazione della lontananza dai cittadini di questi pseudo-politici che fanno politica con i soldi che non hanno gli altri cittadini. Che pensano di lavorare per entità e speci diverse da quelle a cui appartengono loro, eletti spesso dal loro segretario di partito e non dai cittadini.

È per questo che sono contenti delle Riforme, non voti ma segretari che premieranno gli Yes-men. Nessuno contatto con i cittadini, che non potranno premiare chi li ascolta e risolve i loro problemi ma solo contatto dei parlamentari creati dalle riforme con lobbies internazionali che seguono interessi economici internazionali, che non guardano a chi finanzia terrorismo e inquinamento ma solo al business, che non guardano al benessere e al futuro di un popolo, ma solo al proprio futuro, pronti a chiudersi in auto blindate alla prima protesta.

Abbiamo rinunciato ai 42 milioni di rimborsi elettorali nel 2013 e alle rate successive sbloccate dalla legge Boccadutri in 72 ore, altro che procedimento legislativo lento. Sono oltre 230 le leggi approvate in questa legislatura, altro che scarsa produzione legislativa. Le Riforme propongono oltre 10 diversi modi di legiferare impedendo la linearità legislativa e rendendo schiavo sempre di più il Parlamento del Governo che dovrebbe fare altro rispetto a legiferare e che invece avrà corsie preferenziali sempre più esclusive per proporre qualsiasi nequizia. Le riforme appunto renderanno pressochè impossibile l’azione legislativa del Parlamento, che pure dovrebbe audire i vari ricercatori e portatori di interesse, comitati di cittadini, prima di mettere mano alle varie leggi.

Invece ci si trova già con decreti come i 10 sull’ILVA di Taranto dove senza un piano nazionale per l’acciaio (e qui il ligure Gozzi potrebbe spiegare come è stato possibile che Federacciai da lui presieduta non lo abbia presentato in 3 anni) si decide di dare lo “ius primae mortis” ai commissari e anche al nuovo gestore privato in caso ci siano decessi o problemi legati all’attuazione di un’autorizzazione ambientale di cui non è pubblico lo stato di attuazione; cioè già adesso ILVA è passata sopra il Parlamento ma queste Riforme propongono la totale assenza di possibilità di modifica parlamentare per le opere strategiche e soprattutto impongono tutto ciò che è strategico a regioni ed enti locali. In Liguria pensiamo al terzo valico, neppure le inchieste sulle infiltrazioni di ‘ndrangheta hanno fermato un’opera non richiesta da nessuno e che potrà stravolgere ulteriormente l’assetto idrogeologico già precario. Con le Riforme arriverà solo l’esercito a presidiare i cantieri, coop di vari colori vincono appalti e lavorano, cittadini subiscono e subiranno sempre di più.

Amianto e rifiuti vari negli scavi e nei cantieri? L’opera è strategica, crepate in silenzio. Mi riferisco alle modifiche all’art. 117 della Costituzione. Pensate che il CIPE ha confermato il 10 agosto  fondi per il terzo valico e altre nefandezze. Opere da meno di 500 posti per miliardo investito, il risparmio energetico che noi difendiamo ne offre oltre 15mila per miliardo. Queste riforme distruggono l’occupazione e la sostenibilità ambientale, allontanano dalla sovranità energetica e alimentare, allontanano dalla pace. E già, quanti articoli verranno modificati? 47!

In totale nelle legislature precedenti ne sono stati modificati 43. In pratica un Parlamento con un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale, vuole stravolgere la garanzia del funzionamento democratico di uno Stato. Perché? Per altri. Non per lo Stato italiano ma interessi sovranazionali, si vuol creare un Parlamento in affitto. Paragone azzardato? Provate a capire quanto una legge possa entrare nella vita di milioni di persone. Se non è scritta da persone elette democraticamente può creare sfaceli, vedi la tutela delle banche (10 decreti) e non dei correntisti, vedi il decreto “sblocca Italia” che sta imponendo trivellazioni e rischio sismico e inquinamento per l’intero stivale.

Un popolo soffrirà, perderà le proprie ricchezze più grandi per favorire qualcun altro, magari qualche pazzo senza visione planetaria, qualcuno che crede che le persone siano da sfruttare nei loro bisogni, gestione rifiuti, acqua, centinaia di euro all’anno sottratti alle persone con gestioni sconsiderate e per riparare ai danni fatti dalle gestioni stesse in un’ottica di neocolonialismo diffuso. Pensare che l’AGCOM ha scritto chiaramente nel febbraio di quest’anno che i bacini di gestione rifiuti devono essere piccoli (meno di mezzo milione di abitanti) ma con un Ministro dell’ambiente (Galletti) che si vanta di aver creato Hera (3,3 milioni di abitanti serviti) non si poteva non vedere la tendenza a megabacini imposti anche contro il volere delle regioni.

E questo è un combinato disposto con la riforma degli enti locali e delle partecipate che intende impedire ai comuni di gestire i loro servizi essenziali in maniera economica, gettando in pasto al mercato beni primari come l’acqua e la gestione rifiuti, con disastri ambientali sempre più gravi, con famiglie ecomafiose sempre più ringalluzzite grazie agli assenti controlli, Santapola, Paratore, erano sparite ma con questo Governo possono lavorare alla luce del sole (vedi inchieste in Umbria). Il combinato diposto prosegue con il Testo Unico dell’Ordinamento Militare (TUOM), con lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato in forze militari e la necessità di concordare con i vertici la prosecuzione delle indagini in caso di qualsiasi notizia di reato, cioè se ha compiuto un reato l’amico dell’amico magari ci si dovrà fermare

Queste sono cose di estrema gravità come è estremo il tentativo di sopravvivere della casta politica dei partiti, sempre più sola e autoreferenziale. La società necessita di spinte corali, che queste riforme tendono a sopire. Per fare diventare un morto silenzioso (47 articoli modificati) queste Riforme è necessario stare desti come lo è stata nei momenti giusti l’Italia, informarsi, oggi e sempre, per questo il nostro Alessandro Di Battista sta girando l’Italia senza scorta per spiegare e difendere il testo più poetico del ventesimo secolo, scritto con sangue e sudore ma soprattutto con passione, la nostra Costituzione; per dire sì all’Italia e agli italiani, per spiegare le ragioni del NO a questa riforma.