Una signora abbronzatissima e suo marito hanno sfruttato la giornata “una volta tanto senza i nipotini!” per venire a cercare un po’ di relax nella spiaggia libera di Vesima, la parte accessibile dall’Aurelia. Accessibile è una parola grossa perché in realtà abbiamo già parlato della precarietà delle scale di ingresso. Ci sono rimasti male “era dall’anno scorso che non venivamo”, perché la situazione è tragica. Loro si sono divisi con altre due persone gli unici due metri di sabbia granulosa in questa distesa di massi enormi, e sotto un muraglione mezzo crollato che incombe alle loro spalle e che sorregge il soprastante circolo nautico Dlf di Genova. Poco distante due giovani prendono il sole coricati, loro sì rilassati, su due lettini che si sono portati da casa.
“Noi non possiamo permetterci di pagare il lettino e l’ingresso in uno stabilimento balneare – spiega la signora – e il Comune dovrebbe pensare un po’ anche a noi. Non è possibile che qui non si faccia nulla per fare in modo che la spiaggia sia un po’ più comoda, e ampia”.
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