Il passo indietro da parte del consorzio, che da tre anni porta avanti i lavori, rappresenterebbe "una sciagura, perché l'opera dovrebbe andare di nuovo a gara con tutte le incertezze del caso", sottolinea il segretario. I primi a essere preoccupati di fronte a uno scenario di genere sono ovviamente gli oltre cento lavoratori che sono attualmente impiegati nella realizzazione dell'opera.
Ma il blocco del nodo ferroviario "rappresenterebbe una sciagura anche per l'intera comunità", aggiunge Marante. Si tratta infatti di "un'opera per il nostro territorio perché permetterebbe di rafforzare tutto l'assetto ferroviario del nodo cittadino. Non parliamo soltanto di Principe e Brignole, a anche del Ponente".
Oltre alle difficoltà economiche, tra le problematiche riscontrate da Sergen c'è quella legata allo smaltimento dello smarino proveniente dalle gallerie che si stanno scavando. "Ad oggi - aggiunge il segretario Fillea Cgil - il consorzio non sa infatti dove collocare fisicamente questo smarino. Tanto per capirci, oggi è posto davanti alle case del Campasso".
Insomma: la società rischia di collassare per motivi economici e Genova rischia di subire ripercussioni molto pesanti sia per i lavoratori che per i collegamenti. Non proprio un bello scenario per una città che ha già tanti tavoli aperti, sia sul fronte occupazionale che su quello infrastrutturale.
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