Cgil e Fisac chiedono dati certi a Banca Carige sui piani per il futuro per iniziare il confronto sul lavoro. "Siamo pronti a fare la nostra parte ma ci vuole chiarezza sulla strada da percorrere", scrivono in una nota. "Preoccupa l'impatto occupazionale: la perdita secca di 500 posti di lavoro, che giunge dopo i tagli dei precedenti due piani industriali dal 2014 ad oggi" è il primo punto. Secondo l'azienda non ci saranno licenziamenti, ma i sindacati chiedono più dettagli:"Non rassicura la prospettiva di un'azienda posizionata solo su Toscana del Nord e Liguria".
E preoccupa l'esternalizzazione delle attività informatiche. Ma i timori, in assenza di altri dati, sono sul piano industriale. "Per poter parlare di rilancio bisogna che tornino a crescere i ricavi - dicono i sindacati - Servono risorse fresche per promuovere gli investimenti necessari a garantire la continuità aziendale. Non ci pare che il piano industriale, sia in grado di rispondere a queste istanze, con la conseguenza per l'azienda di essere costretta a ottemperare in tempi brevi alle prescrizioni della Bce, che chiedono a Carige di ricapitalizzare e andare ad una aggregazione che potrebbe vedere interessati soggetti estranei alle esigenze di questo territorio e di questa economia".
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