cronaca

La proposta del Comitato: "41 anni di contributi per tutti"
1 minuto e 22 secondi di lettura
Le polemiche intorno alla legge Fornero non si placano. A dare battaglia sono sempre i lavoratori “precoci”, cioè quelli che hanno iniziato a lavorare tra i 14 e i 18 anni e che, col nuovo sistema pensionistico, si trovano spesso vicini al traguardo senza poterlo raggiungere, magari perché rimasti disoccupati senza nessuna misura di accompagnamento. Dal loro comitato arriva ora una proposta forte per risolvere la situazione.

“Ci sentiamo dire che non ci sono risorse per quello che è un legittimo diritto. Allora ecco la proposta: ridurre lo stipendio del 20% a tutte le figure dirigenziali del Paese, che sono un milione. In questo modo si risparmierebbero 30 miliardi e sparirebbero tutti i problemi creati dalla legge Fornero”, sostiene Paolo Delli Noci, portavoce del Comitato ligure Lavoratori Precoci Uniti. Una misura che, secondo loro, “favorirebbe il ricambio generazionale, mentre ora i giovani non hanno lavoro, non comprano case, non fanno figli. È tutto bloccato”.

E a chi li critica accusandoli di pretendere una pensione troppo elevata, loro rispondono: “Nessun regalo, non c'è nulla di eccessivo. Se facciamo il conto sul montante retributivo di chi oggi guadagna tra i 1.200 e i 1.600 euro, scopriamo che ha un montante contribuivo fra i 300 e i 600 mila euro. È un furto non riconoscercelo”.

L'istanza che portano al Governo è estesa a tutti i lavoratori: poter accedere alla pensione con 41 anni di contributi. “Noi precoci stiamo combattendo, ma non solo per noi – aggiunge Pier Paolo Pedemonte – ed è per questo che stiamo sensibilizzando le persone a sostenerci. Più ci facciamo sentire, più lo stato ci dovrà ascoltare”.