
“L'idea è partita da una riflessione fatta l'estate scorsa, quando come in tutte le scuole è stato attivato il rapporto di autovalutazione. Noi abbiamo notato un grave livello di sofferenza e insuccesso scolastico nel primo biennio”, spiega il preside Alessandro Cavanna. E così ecco il progetto di tutoraggio, che ha coinvolto alcuni docenti col compito di recuperare fin da marzo gli studenti a rischio bocciatura.
I numeri parlano di successo: “All'inizio c'erano 80 casi, che progressivamente sono calati a 60 e poi 50. Io ho seguito tutti gli scrutini – racconta Cavanna – e vi posso dire che alla fine dell'anno scolastico solo 23 studenti non sono passati in seconda”. Un taglio netto ai “non ammesso”, dunque, almeno rispetto agli anni precedenti.
La reazione dei docenti è stata un crescendo di entusiasmo. “Dapprima hanno reagito con freddezza, poi grazie alla professionalità dei docenti coinvolti c'è stata collaborazione”, riferisce la vicepreside Stefania Carboneri. “Abbiamo trovato soluzioni per situazioni che altrimenti si sarebbero perse”, ammette la professoressa Sara Mornese, mentre la collega Rosaria Catanoso la vede così: “È stata un'esperienza formativa, non solo per il mio approccio all'insegnamento, ma soprattutto per il mio desiderio di far amare la scuola agli studenti”.
Ora si punta a sviluppare il progetto in un piano triennale. Anche perché, osserva il preside Cavanna, “ancora oggi in Italia 20 studenti su 100 non accedono al titolo di studio, che è il ticket minimo di cittadinanza. Qualcosa dobbiamo fare, non è possibile andare avanti così”.
IL COMMENTO
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