politica

Doria avanza la controproposta, Toti getta la spugna: "Non ha senso"
2 minuti e 26 secondi di lettura
La guerra tutta genovese dei maxi schermi è finita. Ha vinto Doria, che nel pomeriggio ha dato a Toti l'aut-aut senza arretrare di un millimetro sulle "difficoltà tecniche" e avanzando una controproposta in formato ridotto. "Mi vedo costretto a rinunciare a un' iniziativa così interessante per Genova per la Liguria, una delle prime di questo genere in Italia", scrive il presidente della Regione

È finita così, dunque.
Sull'edificio di piazza De Ferrari l'enorme telone bianco avrebbe dovuto ospitare eventi e video per tutta l'estate sotto l'hashtag #lamiaLiguria. Il Comune si era subito opposto tirando in ballo il codice della strada e argomentando che la fontana della piazza proprio non si poteva spegnere, come invece voleva Toti per dare ampia visibilità alle immagini.

A parte il concertone del 2 giugno, che nessuno ha mai messo in discussione, per Doria continuano ad emergere “difficoltà tecniche" esposte in una missiva invitata a Giovanni Toti nel pomeriggio. La risposta di Toti sembra mettere la parola fine a giorni di polemiche su un progetto che per il governatore ligure "non può essere ridotto a una serie di eventi scollegati uno dall'altro, ma ha una sua unitarietà data dalla partecipazione dei cittadini tramite i loro contenuti multimediali e dalla predisposizione di una serie di contenuti turistici e culturali già in una fase di avanzata programmazione".

Doria aveva proposto di limitare le proiezioni al weekend, suddividendosi le spese tra Comune e Regione. Per Toti sorge, però, un "evidente problema di compatibilità finanziaria". L’amministrazione di Palazzo Tursi sostiene che sarebbe necessario chiudere la piazza in ottemperanza al codice stradale, che vieta le fonti luminose capaci di distrarre gli automobilisti. Le conseguenze sarebbero “inevitabili”, secondo il sindaco, per la circolazione e l’organizzazione di servizi come Aster e Amt.

E poi la fontana, che Toti avrebbe voluto spenta durante tutti i tre mesi estivi
, mentre Doria obietta che questo “provocherebbe un danno d'immagine che, anche involontariamente, risulterebbe in contraddizione con le finalità promozionali del progetto”. La proposta, quindi, è limitare al week-end l’uso del maxi schermo sulla facciata del palazzo, magari dividendosi i costi tra Comune e Regione.

A parte l'amara presa d'atto di Toti, un’altra stoccata a Doria è giunta dall’assessore Rixi:
“La giunta Doria dimostra una volta di più l'esclusiva e impareggiabile capacità di sabotaggio delle iniziative altrui indirizzate a vivacizzare l'offerta di intrattenimento per i cittadini e i turisti, rilanciando anche l'indotto commerciale. È evidente che l'ostruzionismo del Comune di Genova verso il maxi schermo realizzato, con risorse private, dalla Regione Liguria sia dettato da gelosie e spirito disfattista proprio di una mentalità gretta e meschina, tipica di una giunta che da anni sta facendo sprofondare Genova nell'asfissia e nella paralisi totale”.