Avanti, nella convinzione che il futuro sarà migliore. Enrico Preziosi e Massimo Ferrero non sembrano considerare l'idea di passare la mano, entrambi per assenza di alternative: il primo dopo aver visto dileguarsi Giovanni Calabrò, il secondo perché tanto determinato a riscattare l'infelice stagione appena conclusa, quanto risoluto a scacciare le ombre di Gabriele Volpi e delle fantomatiche “cordate” genovesi. Se il Grifone versa in una situazione economica critica, che sembra dissuadere ogni pretendente, alle sorti del club blucerchiato contribuisce economicamente tuttora l'ex proprietario.
Non possono così che restare sbigottiti, pensando a se stessi, i tifosi della Sampdoria, davanti alle trattative per la cessione del Milan, da Berlusconi a una holding cinese: trattative riservate nel contenuto, com'è doveroso, ma pubbliche nella forma. Nessuno si nasconde, si negozia da mesi, di fronte a una piazza il cui gradimento non sarebbe vincolante, ma difficile da eludere. In più si pone una esplicita condizione necessaria: il Milan, assicura l'ex premier, sarà ceduto soltanto a chi garantisca investimenti tali da riportare i rossoneri sul tetto del mondo.
Anche Berlusconi, a suo modo, mette quindi i 'filtri', analoghi a quelli adottati nella primavera del 2014 da Edoardo Garrone, quando annunciando a cose fatte l'unica cessione segreta della storia del calcio il patron uscente si era detto fiducioso che il successore Massimo Ferrero, a dispetto di un curriculum avventuroso, avrebbe fatto non solo bene, ma addirittura meglio di lui. Ma l'impressione generale fu che la Sampdoria, 68 anni di storia e 7 trofei internazionali e nazionali, fosse stata rifilata senza pensarci troppo al primo che era passato di lì. Forse nemmeno al primo.
Due anni dopo, la realtà sembra infatti contraddire l'ottimismo dell'ex presidente: la Sampdoria ferreriana si avvia sì al pareggio di bilancio, ma al prezzo – unico possibile, date le modeste potenzialità intrinseche di investimento – di un grave depauperamento tecnico, frutto anche di scelte che indicano l'inesperienza calcistica dei vertici societari. Genoa e Sampdoria vanno così avanti, con Preziosi e Ferrero, sopportati più che amati, chissà fino a quando.
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Cessione del club, differenze e analogie (poche) tra Garrone e Berlusconi
I 'filtri' del tycoon milanese e quelli del magnate genovese
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