Il Festival della Parola propone un progetto deidicato al carcere. Si tratta di un progetto di scrittura, che si è tenuto nei mesi precedenti alla manifestazione, presso la Casa di Detenzione di Chiavari e la cui finalità primaria è dare concreta espressione al dettato dell’Art. 27 della Carta Costituzionale, secondo il quale le pene devono tendere alla rieducazione del condannato, anche tenendo conto delle proprietà socialmente riabilitative del lavoro, in modo particolare del lavoro intellettuale, in ragione del circolo virtuoso che le attività di pensiero e di scrittura inducono.Il percorso si è articolato in una serie di appuntamenti tenuti da professori già in servizio di volontariato presso la struttura di detenzione e si è concretizzato nella stesura di poesie e racconti da parte dei detenuti. Le opere, inedite, che testimoniano sogni, speranze, stati d'animo di chi si trova a vivere una circostanza molto delicata della propria esistenza, saranno lette durante il festival.
Così l'Assessore ai Servizi Sociali, Avv. Nicola Orecchia: "L’iniziativa vuole rappresentare un “ponte” tra i detenuti e la città e tra i detenuti e la scuola, attraverso il coinvolgimento dei giovani studenti. Per questi ultimi, in particolare, l’iniziativa rappresenta un momento educativo di altissimo valore sul concetto di libertà, di rieducazione, e di riabilitazione della persona nella società. Ringraziamo la dirigente del carcere di Chiavari Dott.ssa Penco ed il comandante Dott. Andrea Tonellotto per la disponibilità e la sensibilità manifestata".
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