economia

Gli americani volevano i crediti deteriorati e la quota di maggioranza
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No. Motivato e puntuale. Con l'apertura a un possibile confronto negoziale. Ma, intanto, Banca Carige respinge l'offerta del fondo americano Apollo che si era proposto di rilevare l'intero portafogli dei crediti in sofferenza e anche la quota di maggioranza del principale istituto di credito ligure. In tutto, un'operazione valutata 500 milioni di euro.

Persino prima delle attese, però, il consiglio di amministrazione di Carige rispedisce al mittente la proposta non vincolante formulata dal l'investitore Usa. Sostanzialmente per tre ragioni. Primo: l'offerta non è ritenuta congrua. Secondo: al di là di ogni considerazione nel merito, come specifica la nota ufficiale diffusa al termine dei lavori, la pretesa di Apollo di vincolare l'acquisizione dei crediti deteriorati ad un contestuale aumento di capitale riservato per diventare maggiore azionista della banca è ritenuto limitativo dell'azione che Carige potrà condurre mettendo in competizione i possibili pretendenti al portafoglio crediti, ovviamente con l'intento di perseguire il miglior prezzo possibile. Terzo, e non ultimo: Carige vuole tenersi le mani libere sia per quanto riguarda le possibili azioni da condurre con il fondo Atlante, appositamente costituito dal nostro Paese per subentrare nei crediti deteriorati, sia per ciò che concerne eventuali alleanze e/o fusioni con altre istituzioni bancarie.

Nondimeno, la banca ligure controllata dal gruppo che fa capo a Vittorio Malacalza non sbatte la porta in faccia ad Apollo, ma si dichiara comunque disponibile a intrattenere un dialogo anche con il fondo americano, alla stessa maniera che con tutta la platea di interlocutori che, a quanto si evince dalla nota (la pubblichiamo integralmente in allegato) verranno interpellati proprio nell'ottica di rafforzare Carige.

Ora si tratta di vedere come la decisione verrà presa dalla Bce, posto che subito dopo l'offerta presentata da Apollo si era parlato di un'azione di moral suasion portata avanti dall'istituto guidato da Mario Draghi affinché l'operazione è potesse andare felicemente a termine.

Va considerato, però, che il pronunciamento del consiglio di Carige arriva dopo che i suoi vertici sono stati a Francoforte, per un confronto con gli uffici della vigilanza bancaria europea, con la quale è aperto un confronto al fine di ottenere una proroga del termine del 31 maggio prossimo per la presentazione di un nuovo piano industriale.

È difficile, dunque, non mettere in una qualche relazione l'esito del viaggio in Germania con il successivo rapido pronunciamento sul "dossier Apollo". Se era vero che la Bce spingeva, appare ragionevole ritenere che il presidente di Carige Giuseppe Tesauro e l'amministratore delegato Guido Bastianini abbiano ottenuto di muoversi in piena libertà, evidentemente facendo valere i buoni motivi legati alla risposta che per ora è negativa. Se poi, Apollo rilancerà o chiederà di aprire un negoziato, tralasciando la volontà di rimanere legato ad una opzione unilaterale, si vedrà. Un simile copione è tutto da scrivere.