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Intervista esclusiva alle 21 su Primocanale
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L'uomo che non c'era. È il titolo di un film, sembra la storia di Fabrice Olinga, il calciatore che ha fatto litigare la Sampdoria e Samuel Eto'o, che accusa Massimo Ferrero di non aver rispettato i patti convenuti nel gennaio dello scorso anno, quando il campione camerunense si era trasferito in blucerchiato. La società genovese, nel quadro di un'intesa che avrebbe fatto di Eto'o “l'ambasciatore del club nel mondo” celebrato in un biopic, aveva chiesto anche la segnalazione del miglior giovane connazionale del Pallone d'Oro africano, individuato appunto in Olinga.

Vent'anni a maggio, attaccante, il più giovane tra i marcatori di sempre nella sua Nazionale (14 ottobre 2012) e tra i giocatori presenti al Mondiale brasiliano, Olinga ha uno sponsor di prestigio assoluto come Eto'o, ma finora la sua carriera non ha numeri corrispondenti alle aspettative. Sei le maglie vestite in quattro Paesi diversi: in Spagna Maiorca e Malaga, Apollon Limassol a Cipro, Vitorul Costanza in Romania, in Belgio Zulte Waregem fino al Mouscron Peruwelz attuale società di appartenenza. Più che modesto, inoltre, il ruolino: 21 partite in 4 stagioni e 1 solo gol, peraltro storico visto che risale alla militanza nel Malaga e che lo vede, il 18 agosto 2012 a Vigo contro il Celta, entrare nella storia della Liga come il più giovane marcatore di sempre.

Precocità e invisibilità sembrano quindi le caratteristiche dell'uomo che non c'era. Olinga, insieme con il suo scopritore Eto'o, accusa la Sampdoria di non averlo tesserato in base agli accordi firmati nel gennaio di un anno fa; la società ribatte di aver rispettato intese tra le parti e regolamenti, ma di non aver potuto ingaggiare il ragazzo per indisponibilità di posti da extracomunitario e mancato accordo economico con l'Apollon, società di provenienza.

Il club blucerchiato si fa infine forte della risoluzione anticipata del contratto con Eto'o, iniziativa comprensiva della cessazione di ogni intesa in essere, non esclusa quindi la pratica di Olinga, disconoscendo infine valore federale a qualsiasi scrittura privata circolata tra le parti. Si andrà insomma alla Fifa, con gli avvocati, anziché in campo col pallone. Qualcuno per forza non la conta giusta: chiunque abbia ragione, non è una bella storia, quella dell'uomo che non c'era.

*Controcalcio, ogni martedì alle 21 su Primocanale