
Il consigliere in una nota spiega di avere trovato a Fegino "uno scenario drammatico: un puzzo irrespirabile nell'aria, chiazze di liquami e idrocarburi continuano a scendere a valle e le squadre di soccorso fanno il possibile per contenere i danni. Fonti accreditate dei vigili del fuoco riferiscono di uno sversamento incalcolabile, ma che supera di gran lunga i 100 metri cubi di petrolio. Si stima che il flusso abbia raggiunto punte di 1 metro cubo al secondo: difficile credere che una parte non sia già arrivata in mare, anche perché la macchina dell'emergenza è scattata con grave ritardo: una responsabilità imputabile soltanto a Iplom".
Testimoni della zona, dice ancora Pastorino, "riferiscono, infatti, che i tecnici dell'azienda si sono presentati sul posto solo alle 22,30, quindi 3 ore dopo l'incidente (avvenuto alle 19,30), e che solo verso le 24 hanno avviato le prime opere di contenimento mediante schiumogeni. Sul posto, però, hanno trovato già al lavoro i vigili del fuoco, tempestivi nel rispondere all'allarme lanciato dai cittadini. "Ci sono molti passaggi da chiarire. Ci chiediamo: a che ora Iplom si è accorta del guasto? A che ora si è messa in contatto con i vigili del fuoco? - si chiede Pastorino, che puntualizza - incredibile che l'azienda non avesse a disposizione una task force di pronto intervento, considerato che la sede di zona è a poche centinaia di metri dal luogo dell'incidente. Le responsabilità di Iplom devono essere accertate scrupolosamente".
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