cronaca

Gli italiani si esprimono sulla proroga alle concessioni petrolifere
10 minuti e 59 secondi di lettura
Alle 23 si sono chiuse le urne, e con loro la possibilità di votare al referendum sulle concessioni petrolifere in mare. Non è stato raggiunto il fatidico 'quorum', la quota del 50% più un votante senza la quale il referendum è nullo. Avevano diritto di voto 50 milioni e 786.340 italiani, di cui quasi 500 mila genovesi. Il governo e la maggioranza del Pd hanno esplicitamente invitato all'astensione, e questo potrebbe avere avuto un peso notevole sulla riuscita dell'iniziativa.

Si votava sulla proroga delle concessioni per le piattaforme
che estraggono metano e petrolio entro 12 miglia marine dalle coste italiane. Si trattava di un referendum abrogativo per cancellare una legge che c'è già. Si tratta di quel passaggio della legge di stabilità 2015 che permette alle società petrolifere di sfruttare i pozzi di estrazione in mare oltre la naturale scadenza della concessione, fino all'esaurimento del giacimento.

Se il quorum non viene raggiunto, cioè se non vanno a votare abbastanza elettori, il referendum diventa nullo ed è come se vincesse il 'no'. Le schede bianche e nulle partecipano al quorum, ma per far vincere i 'sì' ci vuole la maggioranza assoluta dei voti validi (la metà più uno). In questo caso, le compagnie potranno estrarre petrolio o gas finché ne troveranno. Spazio a nuove trivellazioni? In teoria sì, ma solo se vengono autorizzate nell'ambito della stessa concessione.

Ma di quali 'trivelle' parliamo? Nonostante i media nazionali abbiano parlato di 'trivelle', si tratta in realtà di piattaforme off-shore, ovvero strutture che estraggono gas metano, e in pochi casi petrolio, da un pozzo già perforato sul fondo del mare. La legge discussa, però, coinvolge solo i siti entro 12 miglia dalla costa (equivalenti a 22,2 chilometri). Che, su un totale di 66 giacimenti, sono 21, circa un terzo. Tutti gli altri, più lontani dal litorale, potranno comunque continuare a estrarre secondo le norme vigenti.

Dalla parte del 'sì' tutti gli ambientalisti e altri movimenti riuniti nel comitato “NoTriv”. La principale ragione di questo fronte ha a che fare con l'ambiente: fermare le piattaforme significa scommettere sulle rinnovabili e preservare il mare e la pesca dai rischi connessi alle estrazioni. Schierato per l'astensione il comitato “Ottimisti e Razionali”, composto da politici, imprenditori e giornalisti. Secondo questa corrente, uno stop alle piattaforme sarebbe inutile e controproducente in quanto i rischi ambientali sono minimi, i posti di lavoro in gioco sono molti e l'estrazione di metano riduce la dipendenza energetica dai paesi esteri.

AGGIORNAMENTO LIVE

Ore 00.30 - Greenpeace non si rassegna: "Non siamo riusciti a raggiungere il quorum, ma non tutti hanno giocato pulito in questa partita. L'invito all'astensione venuto dal governo rimane una brutta pagina nella storia della nostra democrazia- commenta Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace - invieremo un atto di denuncia alla Commissione Europea" per la violazione della direttiva che prevede che "l'estensione delle aree costituenti oggetto di autorizzazioni e la durata di quest'ultime devono essere limitate". Questa e altre violazioni, spiega Greenpeace, "denotano sistematici aggiustamenti delle norme e dei principi del Diritto comunitario a favore degli interessi dei petrolieri".

Ore 00.20 -
L'unica regione ad aver raggiunto il quorum è la Basilicata, al 50,32%. In provincia di Potenza si supera il 52%. Mancano ormai pochissimi comuni all'ufficialità

Ore 00.00 -
Poco più di 100 Comuni mancanti al dato definitivo, la percentuale è sempre ferma al 32,16%. "Abbiamo perso combattendo a mani nude, in poche settimane e con l'oscuramento dei media. Ma 15 milioni di elettori sono una riserva democratica che va valorizzata. Sottovalutare questo patrimonio sarebbe un grave errore", afferma il capogruppo di Sinistra Italia alla Camera, Arturo Scotto, commentando il mancato raggiungimento del quorum al referendum sulle trivellazioni in mare e le parole del presidente del Consiglio Renzi.

Ore 23.50 -
Quando mancano meno di 300 Comuni il dato è ormai certo: affluenza al 32,16%, il referendum fallisce. Polemiche tra comitato NoTriv e Renzi. Il premier: "Le Regioni pensino a depurare le acque". Lacorazza: "Ha buttato via 300 milioni di euro".

Ore 23.40 -
Oltre la metà dei Comuni hanno comunicato il dato, il quorum è lontanissimo: fermi al 31,65%. L'unica provincia a raggiungerlo potrebbe essere Matera, oltre il 52%. La Liguria è in linea con la media nazionale, Savona è la provincia dove si è votato di più. Dalle sezioni scrutinate (appena 652 su oltre 62 mila) emerge una vittoria del sì con l'83% dei voti. Tutto inutile, con questa percentuale di votanti.

Ore 23.30
- In questo momento vincerebbero i sì con un rapporto percentuale 80-20. Ma senza il quorum il referendum è vanificato.

Ore 23.30 -
"L'esito della consultazione conferma che la maggioranza assoluta degli italiani non ha 'sentito' il quesito proposto, o perchè troppo specialistico o perche' troppo poco influente. È una situazione di cui il Pd aveva consapevolezza e su cui ha preso posizione". È il commento della vicesegretaria dem Debora Serracchiani all'esito della consultazione referendaria.

Ore 23.20
- Il dato dei 3.000 comuni è poco oltre il 30%. La Liguria non si discosta dalla media nazionale. In Basilicata e Puglia per ora si sfiora il 50%

Ore 23.10
- 1.500 comuni su 8.000, il dato è ancora sotto il 30%. In Liguria superato di qualche decimale il 30%

Ore 23.00
- I primissimi dati delle 23 parlano di affluenza tra il 25% e il 26%. Con questi numeri, il referendum sarebbe nullo.

Ore 22.30 -
"In moltissimi seggi si sono riscontrate difficoltà burocratiche causate dalla mancata comunicazione tra le sezioni di voto e i rispettivi Comuni, i quali non avendo comunicato per tempo le liste dei delegati hanno di fatto causato l'esclusione dalla possibilità di votare di tantissime persone regolarmente iscritte negli scorsi giorni grazie al lavoro di centinaia di giovani in tutto il paese." La denuncia di Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza.

Ore 21.30 -
In Liguria la partecipazione più forte si è registrata nella provincia di Savona con il 26,57%. Nella provincia di Genova è stata del 25,73%, quella di Imperia ha registrato una affluenza del 22,35% e in quella della Spezia è stata del 25%.

Ore 20:00
- Il dato definitivo alle 19 rende molto difficile la corsa al quorum: affluenza al 23,48%. Leggermente sopra la media la Liguria, al 25,32%. Poche le regioni dove si supera il 30%: su tutte la Basilicata (33,26%), che detiene anche il record provinciale, 34,20% a Matera.

Ore 19:20 -
Metà comuni rilevati, l'affluenza nazionale è circa al 23%. Di poco sopra la media la Liguria, che si colloca al 24,5%. Anche nelle regioni adriatiche, direttamente interessate dalle estrazioni petrolifere, si supera difficilmente il 30%.

Ore 19:00 -
Cominciano ad arrivare i primi dati ufficiali dal Ministero dell'Interno sull'affluenza negli 8 mila comuni italiani. Circa un ottavo i comuni rilevati, il dato si attesta poco sopra il 21%

Ore 18:30 -
"I dati raccolti dal Comitato delle Regioni dicono che alle ore 17 c'è un'importante affluenza ai seggi elettorali che porterà a un importante segnale politico". Lo sostiene Piero Lacorazza (Pd) - presidente del Consiglio regionale della Basilicata, capofila delle Regioni referendarie - riferendosi alle dichiarazioni del vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, ricordando il paragone col referendum del 1999.

Ore 17:30 -
Prosegue l'afflusso ai seggi. Per avere i primi dati parziali forniti dal Ministero dell'Interno bisognerà aspettare le 19

Ore 16:30
- Grande incertezza sul quorum, aspettando il secondo dato ufficiale, quello delle 19. Ma c'è un precedente interessante: il 18 aprile 1999 si votò per abolire la quota proporzionale della legge elettorale, il cosiddetto 'Mattarellum'. Il 50% venne sfiorato (49,58%), mentre alle 11 si attestava sul 6,7%

Ore 16:00
- Compatti a votare sì, come ampiamente annunciato, gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Tra questi anche Beppe Grillo, che prima di entrare nell'urna ha sorriso: "Il voto è ancora segreto, vero?"

Ore 15:00
- Il governatore Toti sulla sua pagina Facebook scrive: "Il Governo non si prende responsabilità, noi SI'. Io ho votato". Al voto anche il sindaco di Genova Marco Doria, uno dei sindaci cosiddetti 'arancioni'. Il primo cittadino del capoluogo nei giorni scorsi su Facebook aveva posto un invito ad andare a votare e si era espresso per il 'sì'.

Ore 14:30 -
La regione dove si è votato di più alle ore 12.00 è la Basilicata (11,44%), ma a livello provinciale vince Lecce (12,22%). Il livello più alto di astensionismo finora è in Calabria (5,74%), in particolare a Reggio Calabria (4,49%). Al Nord la provincia con più affluenza è Rovigo (11,41%).

Ore 14:00 -
Alle 12 in Liguria aveva votato il 9,69% degli aventi diritto, dato leggermente più alto rispetto al totale nazionale. La provincia con più partecipanti è stata Savona col 10,26%. Segue Genova dove si arriva al 9,99%, poi La Spezia con l'8,98% e infine Imperia, 8,48%

Ore 13:30 -
Dato ufficiale sull'affluenza alle ore 12: sul totale degli 8.000 comuni ha votato l'8,35% degli aventi diritto. In Liguria il numero è superiore alla media nazionale: 9,69%. La provincia ligure dove si è votato di più è Savona, al 10,26%. Le regioni con la maggiore affluenza sono la Basilicata (11,44%) e la Puglia (10,86%). Nel 2011 l'affluenza alle 12 si attestò all'11,6% e raggiunse il 57,04% alla chiusura delle urne. All'epoca stravinsero i sì con percentuali intorno al 95%.

Ore 13:00 - Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha votato presso il seggio di Ameglia, in provincia della Spezia.

Ore 12:30 - 
Primo dato parziale sull'affluenza alle ore 12. In 4.988 comuni su 8.000 ha votato l'8,14%. In Liguria dato più alto: quando siamo a 189 comuni su 235 il dato si attesta al 9,75%. (L'affluenza in diretta)

Ore 12:00 -
Il referendum 2016 arriva al primo giro di boa. Il Ministero dell'Interno, attraverso il lavoro delle Prefetture, sta acquisendo i dati relativi all'affluenza alle ore 12. Un lavoro che richiederà un po' di attesa prima di conoscere il dato: sarà necessario infatti mettere insieme i numeri provenienti dalle 61.562 sezioni sparse sull'intero territorio nazionale. 

Ore 11:30
- Anche il sindaco di Genova Marco Doria si è recato a votare, presentandosi al seggio allestito all'istituto Grazia Deledda nel centro di Genova

Ore 11:40 -
Il leader del MoVimento 5 stelle, Beppe Grillo, si è presentato al seggio per votare il referendum 'No Triv' poco dopo le 11, nell'Istituto agrario Marsano di Sant'Ilario. Era in compagnia della moglie e del suo cagnolino. Grillo, arrivato a piedi, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Ore 11:30 -
Si avvicina il primo dato sull'affluenza, che verrà rilasciato alle ore 12. Nel 2011, per i quattro quesiti referendari che poi raggiunsero il quorum, a Mezzogiorno aveva votato l'11,6% degli aventi diritto.

Ore 11:00 -
"Tutti a votare, per l'Italia e per la democrazia". È l'appello lanciato da Beppe Grillo attraverso il proprio profilo Twitter. Sempre su Twitter Luigi Di Maio, esponente di punta del Movimento 5 Stelle e Vice Presidente della Camera dei Deputati, ha postato la foto dell'attimo in cui vota, aggiungendo: "Io ho votato. Avete notizie del Presidente del Consiglio?". In mattinata ha votato anche il Presidente del Senato, Pietro Grasso. 

Ore 10:30 - 
Su Twitter l'hashtag #BattiQuorum è appena balzato in cima alla classifica delle tendenze, superando anche #ChineseGP. Social network scatenati già in queste prime ore di seggi aperti. Tra i più attivi soprattutto coloro che invitano a votare "Si".

Ore 10:00 - 
L’analisi del risultato del referendum sulle trivelle diventerà in Liguria e a Genova un test interessante per Matteo Renzi. Come scrive il direttore editoriale di Primocanale Mario Paternostro: "Sarà interessante, sul piano strettamente politico, contare quanti liguri (e genovesi) vanno oggi a votare. Cioè se questo territorio marginale, isolato, agonizzante, promuove il premier o lo boccia". (leggi di più)

Ore 9:30 - 
Gli uffici comunali sono aperti al pubblico per tutta la durata delle operazioni di voto (dalle ore 7.00 alle ore 23.00) per garantire il diritto di voto anche a chi avesse smarritto la tessera elettorale o avesse esaurito gli spazi per l'apposizione del timbro.

Ore 9:00 -
Per questa tornata referendaria a Genova sono stati nominati 667 presidenti di seggio, di cui 14 per i seggi speciali, 2.053 scrutatori, 181 addetti al plesso, 74 telefonisti addetti al call center, 15 dipendenti esperti per rispondere ai quesiti posti dai seggi.

Ore 8:35 -
Nel 2011 si recarono al voto circa 767 mila liguri su 1 milione e 291 mila aventi diritto. Una percentuale di affluenza poco sotto il 60%, superiore in quell'occasione al dato nazionale.

Ore 8:15 -
Curiosità da Imperia. Al voto sono chiamate anche due centenarie, si tratta di Carlotta Fasceto e Faustina Reale, entrambe nate nel 1910. Tra i maschi, l’elettore imperiese più anziano è invece Giulio Santini, 103 anni.

Ore 7:50 - Quello odierno è il 67esimo quesito referendario abrogativo sottoposto al giudizio degli italiani. Nei 66 precedenti, 27 volte non è stato raggiunto il quorum. Il primo appuntamento referendario a non raggiungere la percentuale del 50% + 1 è stato quello del 3 e 4 giugno 1990, in cui i cittadini vennero chiamati a esprimersi su tre quesiti relativi alla caccia. I quattro quesiti del 2011 hanno raggiunto il quorum dopo 16 anni che ciò non avveniva.

Ore 7:30
- A Genova avranno diritto di voto 461.696 cittadini, più 30.243 elettori residenti all'estero votanti per corrispondenza, complessivamente in calo rispetto alla consultazione del 2011.

Ore 7:00 - Urne aperte. In Liguria sono chiamati al voto i cittadini di tutti i 235 comuni. 1790 le sezioni sparse tra le due Riviere. In totale sono 1.244.833 i liguri che hanno diritto di voto in questo appuntamnto referendario.