
"La cassa integrazione ordinaria di norma viene anticipata dalla proprieta' a meno che non vi siano palesi difficolta' finanziarie - dice Sergio Ghio, segretario comprensoriale della Fiom - Nel caso di Riva Trigoso sono calpestati anche i diritti più elementari. È in atto un disegno della Fincantieri di liberalizzare la mobilità spostando a suo piacimento lavoratori in giro per l'Italia a seconda dei carichi di lavoro. Noi diciamo che 600 lavoratori di ditte esterne e 500 dipendenti diretti non possono rappresentare il futuro dello stabilimento militare rivano''.
All'attacco della dirigenza Fincantieri anche il Movimento 5 Stelle della Liguria. "Siamo di fronte a un paradosso inaccettabile e pericoloso: in un'azienda in cui non mancano certo le commesse, la dirigenza appalta il lavoro a ditte esterne, mettendo i propri dipendenti in cassa integrazione, con tanto di beffa in busta paga - afferma Fabio Tosi, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria.
Alla base del mancato anticipo, secondo l'azienda, ci sarebbe un mancato accordo. "Un'assoluta ipocrisia - dichiara Tosi - Se questa è la loro giustificazione, ci troviamo di fronte a un atto di rappresaglia politica bello e buono. Un atteggiamento inconcepibile da parte dei vertici di un'azienda il cui azionista di maggioranza, alla fine della filiera, è il governo, che nomina direttamente i dirigenti. L'azienda torni ad investire sui lavoratori di Fincantieri e ad assumere con veri contratti a tempo indeterminato. E lo faccia in tempi brevi, prima dell'entrata in vigore della Legge Navale, attesa per fine primavera".
IL COMMENTO
Piano, l’acqua, Joyce e Caproni. Ci voleva una settimana di poesia…
Addio Franco Marenco, leader di una destra che rimpiangiamo: guerriera ma nobile