cronaca

Per consentire il recupero di un credito congelato negli anni
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Venerdì in Tribunale a Genova va all'asta uno dei “pezzi” più pregiati della città: lo stabilimento balneare del “Nuovo Lido” di corso Italia con alcune pertinenze. Il giudice, dottoressa Ferrari, stabilirà la data entro la quale potranno essere presentate le offerte ( non oltre i 40 giorni dal lancio dell'asta) e le modalità di una gara che si annuncia clamorosa perchè riguarda un complesso pregiato che ha fatto la storia di Genova balneare e non solo.

Una perizia d'ufficio, pesante come un libro di trecento pagine, stabilisce che il valore del complesso di proprietà privata (escluse ovviamente le parti demaniali come la spiaggia) è di otto milioni di euro, un valore che il magistrato potrebbe anche modificare in partenza.

L'asta è la conseguenza di una iniziativa giudiziaria intentata dalla Value service, la società cui faceva capo Mario Corica, alla “Nuovo Lido”
, società propietaria del complesso e riferibile alla famiglia Rizzo-Rapallini. Corica, il manager-imprenditore che otto anni fa aveva lanciato, d'accordo con Francesca Rizzo, figlia del leggendario commendator Rizzo “inventore” del Lido moderno, un grande progetto per ricostruire e rilanciare il celebre stabilimento, aveva chiesto la restituzione della caparra di 3 milioni e 150 mila euro da lui versata alla famiglia all'inizio di un'operazione che poi si è bloccata, sia per motivi politico-amministrativo del Comune di Genova, sia per altri intralci imprenditoriali-finanziari e per dissidi tra i possibili contraenti.

Il Tribunale, in un processo molto complicato, nel quale si intrecciavano aspetti penali e civili, ha riconosciuto le ragioni di Corica e sequestrato beni della famiglia Rizzo-Rapallini fino alla concorrenza di una cifra equivalente alla caparra, più gli interessi maturati in questi otto anni e le spese legali, arrivando a una cifra vicino ai quattro milioni di euro. Lo stabilimento va, quindi, all'asta per consentire il recupero di questo credito congelato negli anni e dovuto al manager che aveva già incominciato a gestire il Lido, preparandone la trasformazione.

Il progetto, disegnato da un grande studio di architettura di Genova, prevedeva la scomparsa del cemento, una nuova grande spiaggia, una base nautica per barche a vela, la costruzione di cabine nautiche, anche una zona residenziale di piccoli appartamenti sul mare poi cancellata, una galleria commerciale e una modernissima area fitness. Sopratutto lo stabilimento sarebbe stato collegato diversamente con Corso Italia, attraverso giardini e aree verdi.

Lo stabilimento, un tempo considerato il più grande d'Europa, negli anni Settanta-Ottanta vantava fino a diecimila clienti stagionali e - secondo la perizia d'ufficio - nche nelle stagioni 2014-2015, cioè in piena crisi, ha potuto vantare significativi ricavi dalla sua attività. Tra i beni che vanno all'asta ci sono diverse centinaia di cabine, tre piscine, numerosi manufatti, anche due appartamenti situati nel edificio panoramico che sovrasta lo stabilimento, i locali del Garden Club, la pizzeria e altri esercizi tuttora in locazione a terzi.

La ristrutturazione del “Nuovo Lido” era un progetto iniziale di valorizzazione e rilancio di Corso Italia, la promenade un po' dimenticata dei genovesi.
L'asta consentirà di capire se qualche imprenditore crede che questo rilancio sia possibile e se quello è un vero business del tempo libero in una città che sta scoprendo il turismo.