È una vera e propria rivolta contro l'operato di Poste, quella che scatta dall'entroterra ligure. A far infuriare cittadini e amministratori d'appennino è il venir meno di servizi a quanto pare sempre meno legati al territorio.
L'attacco arriva dal sindaco di Vobbia e rappresentante dell'Anci nazionale Simone Franceschi: "Da mesi, per non dire da anni, i Comuni e l’Anci chiedono a Poste Italiane, di avviare un serio confronto, per sviluppare in particolare nei piccoli Comuni, una sperimentazione di sportello multiservizi, dove oltre al servizio postale si sperimentino altre opportunità a vantaggio dei cittadini dei paesi più piccoli. Non solo pratiche postali, ma anche il servizio di tesoreria, internet point, vendita di quotidiani e altri generi non alimentari di base, dispensario farmaceutico, punto di informazioni turistiche. Un fulcro di opportunità che risulterebbe così essere un riferimento importante per le comunità, in particolare nei paesi a rischio desertificazione commerciale".
Tuttavia, l'atteggiamento pare essere differente e negli ultimi giorni è giunta l'ulteriore beffa: "Poste italiane, continua ad avanzare, proposte di razionalizzazione del servizio che prevedono oltre alla chiusura di uffici ora anche la razionalizzazione parziale della consegna della corrispondenza, che dal primo aprile sarà a giorni alterni. Nella nostra Regione, sono in continua crescita i Comuni dove non sono presenti esercizi commerciali. Tutte le Regioni italiane, grazie in particolare alle risorse disponibili dai Por Fesr, e tutti i Comuni annoverano tra i loro obiettivi l’avvio, il potenziamento, il mantenimento sul territorio di progetti innovativi e ad alto valore aggiunto, volti a garantire lo sviluppo di un’offerta di servizi adeguata alla domanda locale ed alle esigenze della popolazione. E’ venuto il momento, che seriamente, e non solo a parole, Poste Italiane, il Governo e le Regioni, avviino un confronto serio, per favorire il potenziamento degli uffici postali, dove i Comuni possano avere un ruolo centrale".
Poi la critica netta, quella che guarda al bilancio della società: "Ovviamente Poste guarda al proprio interesse, ma ha chiuso il bilancio 2015 con un utile netto in forte crescita pari a 552 milioni e pertanto che al tempo stesso favorisca anche le esigenze delle aree interne e del mantenimento sul territorio di importanti presidi".
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Chiusura uffici e razionalizzazione corrispondenza, rivolta dei paesi contro Poste
Franceschi: "Non possono pensare solo agli utili di bilancio"
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