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Il ko contro il Chievo simbolo di una squadra che deve lottare
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A Bogliasco la Sampdoria lavora a ranghi ridottissimi per le assenze dei tanti nazionali e anche per qualche acciacco assortito (tipo quelli di Fernando, Palombo e Lazaros). Ma Vincenzo Montella deve lavorare soprattutto sulla testa dei suoi.

Perché la sensazione, palese a tutti, è che questa squadra viva un po’ nella bambagia, le siano bastati i 7 punti in 3 partite per credere di aver chiuso il discorso salvezza e, infatti, inevitabilmente è successo il patatrac.

Squadra femmina, la definisce qualcuno, squadra che costruita male e con il suo bomber per eccellenza partito a gennaio ( e anche se a Milano non segna, quanto servirebbe ancora Eder) che fa temere una cosa: e cioè che sia tutto, fuorchè squadra pronta per combattere in una volata salvezza che si preannuncia calda.

Toccherebbe anche alla società fare la voce grossa, far capire ai giocatori che se si ripetesse un primo tempo come contro il Chievo la strada diventerebbe davvero molto dura. Ma non sembra che ci sia davvero la percezione dei rischi corsi e che si corrono, se, non più tardi di due settimane fa, il Presidente Ferrero sorrideva dicendo: “Non ho mai avuto paura di retrocedere”. Beato lui.