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Presentata interrogazione in Regione
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Matteo Rosso, capogruppo in Regione Liguria di Fratelli d’Italia, e Gianni Plinio, vice portavoce regionale di Fdi-AN, hanno evidenziato le criticità della struttura nell’entroterra del Tigullio a Borzonasca, che dal 2013 è adibita all’accoglienza di immigrati. Rosso ha presentato un’interrogazione in Regione per avere chiarimenti sul numero preciso delle persone, le condizioni igienicosanitarie all’interno del centro e le spese sostenute per l’accoglienza.

"Sono quasi tre anni che l’Oasi Belpiano, nell’entroterra del Tigullio, nel Comune di Borzonasca, ha abdicato alla propria funzione originaria di centro estivo e casa vacanze per trasformarsi in un vero e proprio centro di accoglienza per immigrati. Dal 2013 accoglie dai 120 agli 80 presunti profughi, che si sono anche resi protagonisti negli anni di tentativi di rivolta e hanno letteralmente colonizzato il piccolo centro alle spalle di Chiavari." 

"Visto che pare sia imminente l’arrivo di un’altra ventina di nuovi ‘ospiti’ nella struttura, vorremmo capire quali sono le condizioni igienicosanitarie all’interno del centro e le spese sostenute per l’accoglienza decisa dalla Prefettura di Genova. Pensiamo che la scelta di trasformare questa struttura in centro di accoglienza sia stata assurda perché mortifica le potenzialità turistiche di una zona a due passi dal mare, l’indotto delle attività della zona e crea disagi a una piccola comunità, fortemente condizionata dalla presenza di un centinaio di immigrati che per altro di tanto in tanto si danno anche alla macchia, mettendo a rischio la sicurezza degli abitanti."

"Da una piccola ricerca sul web, si scopre facilmente la delusione di molti turisti che cercando il relax di una giornata all’aria aperta con i propri figli, una volta giunti a Belpiano, si sono ritrovati in uno scenario di totale degrado: panni stesi ovunque, immondizia, nessun servizio di ristorazione e immigrati che girovagano."

"Pensiamo che la scelta di ospitare un centinaio di presunti profughi in una località turistica e in una struttura nata come ostello per giovani e famiglie sia a dir poco folle. Pertanto auspichiamo che almeno non si contribuisca ad aggravare una situazione già di per sé insostenibile aumentando indiscriminatamente il numero di ospiti nella ex-Oasi, oggi più simile a un campo profughi all’aria aperta."