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Il tecnico andrà ad allenare il Chelsea
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"“In questo momento la nostra concentrazione massima è rivolta unicamente all’Europeo dove cercheremo con il lavoro e il sacrificio di sfruttare al meglio le nostre potenzialità. Chi mi conosce sa che il mio impegno sarà totale. Successivamente sento di dover tornare a fare l’allenatore in un Club avendo così la possibilità di allenare tutti i giorni".

Sono queste le parole scritte da Antonio Conte sul suo profilo Facebook ufficiale per annunciare che, dopo gli Europei lascerà la panchina della Nazionale per andare a sedersi su quella del Chelsea.

Dunque, a soli due anni dalla scelta di lasciare la Juventus per andare a raccogliere i cocci della disastrosa esperienza di Prandelli in Brasile, Conte lascia l'azzurro. Un addio annunciato tanto che Tavecchio, nella sua replica, non pare per niente sorpreso: "Faremo le nostre valutazioni con serenità, ora è il momento di prendere atto della decisione di una persona che ha sempre lavorato con impegno e sacrificio e che ha favorito il recupero dell’immagine della Nazionale".

Sicuramente, oltre ai milioni offerti da Abramovich, nella scelta di Conte ha pesato il difficile rapporto con la Lega e con le società sempre più ostili alla concessione di spazi alla Nazionale. L'ultimo schiaffo, di poche ore fa, del Presidente Beretta riguarda la finale di Coppa Italia, confermata per il 21 maggio.

Il dopo Conte è già iniziato, dunque. Favoritissimo sembra essere Roberto Donadoni, che sta facendo bene a Bologna e che vorrebbe vendicarsi di un esonero, era il 2008, dopo un quarto di finale europeo perso con l'invincibile Spagna solo ai rigori. Sullo sfondo l'allenatore italiano più in voga del momento, Ranieri, e poi Ventura e Capello.

Panchine girevoli nel calcio italiano ce ne sono tante. Un vizio made in Italy che una volta non coinvolgeva la Nazionale se si pensa, ad esempio, ai 10 anni di Bearzot o anche solo ai 5 di Vicini. E invece, dopo il Mondiale 2006 nessuno è durato più di due anni: Donadoni, poi Lippi, poi Prandelli e ora Conte. Anche su questo aspetto sarà bene il calcio italiano faccia le doverose riflessioni.