cronaca

Nella Prolusione al Consiglio Permanente della Cei
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Il Consiglio Permanente della Cei si riunisce per la prima volta a Genova. Apre i lavori il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del consiglio episcopale e arcivescovo della città. Tanti i temi affrontati, dalla famiglia ai migranti passando per la crisi.

LA CRISI DEMOGRAFICA - "I dati Istat sono chiari, quelli del 2015 sono i peggiori dall'unità d'Italia. È il sintomo di una crisi più profonda di quella economica. La famiglia e l'occupazione sono i problemi concreti, le emergenze su cui la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte. Sono questi i passi con cui presentarsi in Europa a testa alta", dice Bagnasco. "La situazione dell'Italia appare complessa, spesso anche litigiosa e distratta. È l'ora di una grande responsabilità".

BAMBINI
- "La deriva individualista, radicale e liberista, non intende fermarsi", sottolinea Bagnasco, ribadendo che "è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi. Così, fa parte di un umanesimo umano il fatto che l'amore non giustifica tutto, che i bambini hanno diritto a un padre e una madre".

PEDOFILIA - Condannare la pedofilia ma allo stesso tempo riconoscere che i sacerdoti si spendono tutti i giorni per stare accanto alla gente. Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, si appella perché i gesti colpevoli di pochi non coinvolgano tutto il clero. "Alla luce di alcune recenti circostanze, ogni volta che si accerta un caso di pedofilia si rinnova in noi - dice Bagnasco nella Prolusione - il dolore e la vicinanza alle vittime e ai familiari; insieme ribadiamo la condanna dei colpevoli, mentre cresce la preoccupazione per lo scandalo delle anime. Com'è noto, i vescovi italiani sono stati tra i primi a mettere in essere con rigore le indicazioni della Santa Sede in ordine all'accertamento degli addebiti e all'erogazione delle pene, e hanno rafforzato le strutture di recupero nonché i criteri di prevenzione. Fermo restando tutto questo, riconosciamo e condividiamo - sottolinea Bagnasco - la generosità del nostro clero, che si spende ogni giorno accanto a tutti e a ciascuno con disinteresse e trasparenza".

UNIONI CIVILI - La famiglia "è veramente il più grande capitale di impresa e di solidarietà, un tesoro da non indebolire e disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo realtà diverse. Da una parte si rivendicano le differenze sul piano culturale e, dall'altra, le si negano sul piano normativo, creando di fatto delle situazioni paramatrimoniali".

NO ALL'INDIVIDUALISMO - "La deriva individualista, radicale e liberista, non intende fermarsi- sottolinea Bagnasco, ribadendo che "è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi. Così, fa parte di un umanesimo umano il fatto che l'amore non giustifica tutto, che i bambini hanno diritto a un padre e una madre".

MIGRANTI - "Che spettacolo dà di sé l'Europa? Può l'Europa, culla di civiltà e diritti, erigere muri e scavare fossati?": sono le domande che si pone il presidente della Cei. Bagnasco sottolinea che "la vigilanza intelligente è doverosa, la strategia di integrazione non è facile, ma la Casa europea e le stesse Nazioni Unite stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia? Nessuno può negare che il nostro Paese - sottolinea l'arcivescovo di Genova - è sempre stato in prima linea, non solo perché è la 'porta d'Europa', ma soprattutto perché ha mostrato da subito generosità e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali".