Una guerra tra spezie. Mentre si abbasseranno le tasse sull'origano, attualmente al 22%, potrebbero salire quelle sul basilico, prodotto d'eccellenza della Liguria: dal 4 al 10%. Una manovra necessaria per evitare all'Italia una multa da parte dell'Unione Europea. La pietra dello scandalo è un disegno di legge in esame al Senato, e nello specifico all'articolo 10: "Modifiche delle aliquote Iva applicabili a basilico, rosmarino e salvia freschi destinati all'alimentazione". L'obiettivo è livellare le aliquote al 10%: mentre sul basilico graverà un'imposta maggiore, l'origano, che ora è al 22% la vedrebbe invece ridotta.
Ma come mai finora era più alta delle altre spezie? Colpa di una semplice dimenticanza: il legislatore fiscale, elencando le spezie con aliquota ridotta (rosmarino, basilico e salvia) se l'era dimenticato.
Contro il parere dell'Agenzia delle Entrate s'è scontrata una parlamentare del Pd di Scicli (Ragusa), che chiedeva l'abbassamento dell'aliquota per la spezia siciliana. Detto questo la Commissione Agricoltura del Senato si è rivolta direttamente al ministro Martina: si alzi pure l'Iva del basilico al 10%, ma si abbassi quella dell'origano.
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