politica

Primo faccia a faccia tra i due candidati alla poltrona di sindaco
4 minuti e 32 secondi di lettura
Di Tullio gioca la carta dell'uomo del popolo, Battaglia quella della discontinuità. È una partita a poker quella che va in scena nella sala Rossa di Palazzo Sisto, nel primo faccia a faccia tra Cristina Battaglia e Livio Di Tullio, i due candidati del Pd alla poltrona di sindaco di Savona.

"Chi vi ha chiesto di candidarvi?", è la prima domanda. Di Tullio prenda la palla al balzo e sferra una frecciatina all'avversaria (voluta dal segretario provinciale Briano): "Da molti. Forse da più persone fuori dalla politica che dentro", afferma il vice sindaco. Altra domanda, ruoli invertiti. "Cosa pensate del tema del rinnovamento?", chiede il mediatore. Battaglia si butta così all'attacco dell'esperto Di Tullio: "il rinnovamento è un elemento importante e credo di essere portatrice di un'esperienza di novità", afferma la candidata.

Si parla poi del travagliato percorso con cui si è arrivati alle Primarie savonesi. "Non ho partecipato alla discussione sulle Primarie. Le faccio, questo è un dato di fatto", taglia corto Battaglia. "Le Primarie sono importanti perché sono una fase di ascolto. Credo che saranno Primarie democratiche". Più duri i toni di Di Tullio: "Mi è capitato di essere contrastato perché chiedevo l'applicazione dello statuto e delle regole. Sono contento che, dopo tanto patire, si è arrivato a fare a Savona ciò che è normale. Non si impongono i candidati ai savonesi".

La discussione vira sulla formazione di una futura (ed eventuale) Giunta. I due candidati non si scoprono molto. "Non sto ancora pensando alla formazione di un'eventuale Giunta", afferma Battaglia. "Sono concentrata sul primo risultato. Non è il caso di creare consenso promettendo dei posti. Sono convinto che la squadra debba essere competente". Di Tullio chiude la porta i tecnici ("abbiamo visto cosa hanno fatto al governo") ma non a incarichi esterni: "La Giunta sarà in parte scelta dai cittadini in base ai voti espressi e in parte scelta tra gli esterni. Non tanto per avere dei tecnici, ma per avere una rappresentanza della città".

Il dibattito entra nel vivo quando si parla di urbanistica, rilancio economico e difesa ambientale. Gli animi si scaldano decisamente sul Puc.
"I dirigenti della Regione ce lo hanno bloccato", attacca Di Tullio. "Era senza Vas. Ci sono normative europee che la impongono. Non so chi te lo abbia detto che non fosse necessaria", risponde sferzante Battaglia.

Ma i temi ambientali riguardano anche altre questioni aperte, come la Margonara e il bitume. Sul porto Battaglia non ha dubbi: "C'è una sentenza, il tema è minimizzare i danni. Bisogna capire il progetto che verrà presentato, che deve avere tre caratteristiche: sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e stabilire chi ci guadagna, se tutta la città o solo qualcuno", dichiara la candidata, che sul bitume sottolinea: "È un impianto molto impattante. Io credo che un po' più di attenzione sia necessaria su questo tema", afferma dopo aver ricostruito il comportamento tenuto dalla maggioranza guidata dal sindaco Berruti.

Sull'affaire Bitume non risparmia critiche alla propria amministrazione neppure Di Tullio: "Berruti ha lavorato con il governo nazionale e ha scongiurato che quell'opera si compia. Mi pare che ci siano tutti gli elementi per difendersi da quella che è stata una svista da parte dell'amministrazione", dichiara il vice sindaco, che sulla questione Margonara cerca un gioco di equilibrismo: "Si rispettano le sentenze. Non si mette la città a rischio risarcimento. Nonostante questo, quel progetto non ha più senso. È superato, non va fatto. Dobbiamo risanare quel tratto di costa".

Su trasporto pubblico locale, occupazione giovanile, piste ciclabili e altri temi i toni sono meno accesi e i due candidati non fanno altro che darsi ragione a vicenda, pur nella diversità nei modi di porsi. Il confronto tra Battaglia e Di Tullio riprende vita quando si parla di Autorità Portuale e della fusione tra Genova e Savona. "Io credo che quella riforma sia sbagliata. Se si voleva fare qualcosa di veramente nuovo, bisognava fare un'unica Autorità ligure. È stato un errore. Speriamo che passi l'emendamento che ha chiesto un rinvio di tre anni e ha fatto bene il centrodestra ad appoggiare quella battaglia", dichiara il vice sindaco. Più filogovernativa la Battaglia. "Il rinvio mi terrorizza, perché significa non programmare per tre anni. Vedremo cosa accadrà È necessario che non sia un'annessione ma che sia un'opportunità. Bisogna difendere gli investimenti fatti e quelli per i prossimi anni".

Nel finale un momento di amarcord di Cristina Battaglia riaccende il dibattito sui temi dell'inizio. La candidata ricorda infatti che alcuni anni fa lo stesso Di Tullio la avesse indicata come un possibile buon sindaco e chiede cosa lo abbia portato a cambiare idea. "Quello che non mi convince della tua candidatura - spiega Di Tullio - è come è nata, è come è stata tentata di imporla e poi il fatto che tu sia una persona nuova circondata da persone vecchie", attacca il vice sindaco. La Battaglia si difende: "Era una battuta. La questione del metodo è superato. Io sono io, con la mia autonomia. Io non ho bisogno di persone né nuove né vecchie, ma di persone competenti", conclude.