cronaca

Apprensione nello Spezzino per Pollicardo, le vittime sono Piano e Failla
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Sono stati uccisi due dei quattro italiani, dipendenti della ditta Bonatti, rapiti in Libia dall'Isis. Lo riferisce la Farnesina, aggiungendo che si tratta di Fausto Piano e Salvatore Failla.

I due italiani prigionieri dell'Isis sarebbero stati uccisi durante un trasferimento, alla periferia di Sabrata. Il convoglio sul quale si trovavano, secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, sarebbe stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Le salme sarebbero state recuperate poi dai miliziani.

Gino Pollicardo, di Monterosso (La Spezia), Fausto Piano, di Capoterra (Cagliari) , Filippo Calcagno, di Piazza Armerina (Enna) e Salvatore Failla di Carlentini (Siracusa) erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell'Eni. L'intelligence italiana aveva accreditato quasi subito l'ipotesi che gli italiani fossero stati sequestrati da una delle tante milizie della galassia criminale che imperversa nel Paese. Un sequestro a scopo di estorsione, dunque, opera di criminali "comuni".

Failla e Piano erano stati separati dagli altri due dipendenti della Bonatti sequestrati, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo. Dopo il sequestro dei quattro italiani la procura di Roma aprì un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo.

Un video di circa 30 secondi pubblicato sulla pagina del Media Center di Sabrata mostra diversi cadaveri in un appartamento, che si ritiene sia il 'covo' dell'Isis che le milizie locali affermano di aver preso di mira nel blitz di ieri sera a Sorman, alla periferia della città costiera dove sarebbero stati uccisi i due tecnici italiani della Bonatti Fausto Piano e Salvatore Failla. Nelle sequenze si notano alcuni corpi, mentre una voce fuori campo scandisce la conta dei morti, arrivando fino a 14. Ovunque cartoni e almeno un paio di sacchi a pelo di colore rosso, con i quali apparentemente gli occupanti dell'abitazione avevano messo insieme dei giacigli di fortuna.

Ed è cresciuta l'apprensione nello Spezzino per questa notizia visto che tra i quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia lo scorso luglio figura anche Gino Pollicardo, 55 anni di Monterosso.
La famiglia, secondo quanto trapela dallo stretto riserbo che la circonda, non sarebbe stata contattata dalla Farnesina. Un nipote dichiara all'Ansa: "Non sappiamo nulla, se non quanto sta trapelando in queste ore dagli organi di informazione. Speriamo bene".

Nessun commento per ora, invece, da parte dei vertici della Impresa Bonatti alla notizia della possibile morte di due dipendenti. ''Non siamo autorizzati a rilasciare alcun commento'', è la risposta laconica alle richieste di informazioni su quanto ha rivelato la Farnesina. L'azienda attende insomma di avere maggiori riscontri prima di esprimersi, molto probabilmente con una nota ufficiale.

Intanto un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, ha riferito all'Ansa che i due ostaggi italiani "sono stati usati come scudi umani" dai jihadisti dell'Isis, e sarebbero morti "negli scontri" con le milizie di ieri a sud della città, nei pressi di Surman. Mentre l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia Failla, ha commentato le notizie drammatiche che provengono dalla Libia: "Ho sentito in mattina la moglie di Salvatore Failla: è una donna disperata che chiede che il suo dolore venga rispettato. Non c'è ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani morti, per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia. E' un fatto spaventoso: se ci sono responsabilità a qualsiasi livello mi auguro siano individuate".