economia

Il presidente Federacciai e Virtus Entella in esclusiva a Primocanale
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Il depuratore di Chiavari? "È una porcata, l'ho detto e lo ripeto". Non usa mezzi termini Antonio Gozzi, presidente Federacciai ed Entella, nel commentare la decisione della Città Metropolitana di costruire il depuratore comprensoriale nella Colmata cittadina.

"È una scelta scellerata e ingiustificata.
Tutte le analisi mostrano che la soluzione prospettata è costosa e demenziale", afferma Gozzi in un'intervista con il direttore responsabile di Primocanale, Giuseppe Sciortino.

"Solo dei dementi possono pensare di far passare un tubo in mare di 10 chilometri davanti a sette chilometri di spiagge da cui dipende il destino di decine di imprese tuistico-ricettive", prosegue il numero uno di Duferco. "E solo un demente può pensare di metterlo nell'unico comune in regola con la depurazione delle acque, perché Chiavari ha dal 1976 un suo depuratore, che funziona, è in regola e svolge anche una funzione comprensoriale, perché prende i liquami di Zoagli e di Leivi. Solo un demente può pensare di piazzare un depuratore sull'unica area di Chiavari disponibile per lo sviluppo di tutto il Tigullio. In un Paese civile ci sarebbero le barricate per strada".

Ma perché si è arrivati a questa decisione? "Si sta parlando in questi giorni di una cessione di Amiu ad Iren. Quindi, Genova ha una partita aperta con Iren e non mi stupisce che subisca imposizioni dall'Iren per fare cose senza senso per risolversi i suoi problemi", spiega Gozzi. "È stata fatta una forzatura incredibile perché sindaci che non hanno niente a che fare con il Tigullio e con Chiavari hanno votato contro Chiavari. Si è voluta provocare una votazione, uno scontro che è finito 20 a 17, quindi con una spaccatura verticale. I sindaci di Valbrevenna e di Montaggio hanno deciso sul destino di Chiavari. Con tutto il rispetto per loro, credo che il destino di questa comunità lo debbano decidere i sindaci di questa comunità. E i sindaci del Tigullio, tutti tranne uno, hanno votato contro", sottolinea il presidente dell'Entella.

CITTA' METROPOLITANA - Ma Gozzi dà un giudizio negativo tout-court della Città Metropolitana. "Trovo che l'inclusione del Tigullio nella Città Metropolitana sia un non-sense. Il Tigullio non è metropolitano, ha sue specificità e peculiarità assolute. Non ha nulla da spartire con la grande Genova. Anzi, spesso e volentieri, Genova e il Tigullio si sono trovati in conflitto d'interessi", dichiara il numero uno di Federacciai. "Questi conflitti d'interessi continuano anche oggi e quindi è bene che il Tigullio cerchi la sua strada, le sue vie di sviluppo e i suoi rapporti. Ad esempio, non è un mistero che il Tigullio abbia un rapporto molto forte con Milano".

LIGURIA ISOLATA - Gozzi è tra i firmatari della lettera-appello lanciata dalla società civile genovese al ministro Dlerio per denunciare le carenze infrastrutturali della Liguria. "La qualità dei collegamenti è peggiore rispetto a quella di altre parti del Paese. Questo contribuisce a quell'isolamento della Liguria che rischia di provocare declino. Fanno bene coloro i quali spingono sull'acceleratore per questa situazione. Dalla qualità e dalla facilità dei collegamenti - sottolinea Gozzi - dipende il futuro di questa parte d'Italia, che ha - in particolare nelle Riviere - una qualità straordinaria di vita che deve diventare un fattore attrattivo di intelligenze, energie e risorse che vengono ad esempio dall'area milanese. Ormai le tecnologie del telelavoro consentono di ridurre le distanze fisiche, però i collegamenti viari e ferroviari sono fondamentali. Noi siamo indietro da questo punto di vista".

ILVA E FUTURO DI CORNIGLIANO - "Genova sulla questione dell'Ilva può fare oggettivamente poco. La preoccupazione dei genovesi è per cosa succederà di Cornigliano all'interno della più generale problematica dell'Ilva. Ci sono ancora 1.700 persone che lavorano lì e quindi bisogna preoccuparsi di quello che succederà. Il futuro di Cornigliano ho sempre pensato che fosse legato al sistema di Taranto. Il tema non è facile da risolvere perché prodotti che si fanno a Cornigliano sono prodotti sovraofferti. C'è un eccesso di capacità in Europa. Però gli impianti sono moderni, perché i Riva avevano fatto degli investimenti su quella parte lì. C'è il problema della latta, che è molto controverso. Perché è vero che l'Italia è un grande importatore di latta, ma tenere in piedi un settore latta a Genova è una sfida molto pesante".

FUTURO DI ILVA E FAMIGLIA RIVA
- "Seguo la vicenda per dovere istituzionale e per patriottismo. Come presidente di Federacciai, vedere il più grande impianto di Europa finire così fa rabbia e fa male. Me ne occupo da quando sono diventato presidente di Federacciai. Ho fatto una battaglia molte volte in solitario. Ho sempre contestato la decisione del governo Monti di commissariare per la prima volta", dichiara Gozzi a Primocanale. "Ho detto fin da qual momento che senza imprenditori l'Ilva sarebbe morta e sono stato facile profeta. Nel senso che, dopo tre anni di commissariamenti, si è distrutta una quantità di soldi gigantesca, che era dentro l'Ilva quando è stata commissariata, non si è risolto alcun problema ambientale. L'Ilva è praticamente in uno stato prefallimentare e non sia sa come andrà questa gara per privatizzarla".

Il presidente di Federacciai commenta la decisione della famiglia Riva di ricorrere per vie giudiziarie contro quello che ritengono essere stato un esproprio ai loro danni. "Hanno ragione. È stato un esproprio", afferma Gozzi. "Io fui il primo a usare la definizione di esproprio senza indennizzo. La famiglia Riva fa bene a denunciare la lesione dei propri interessi. Secondo me vincerà in giudizio, se c'è ancora un giudice in Italia. È stata espropriata senza un decreto di esproprio. Questa vicenda è una macchia nella reputazione internazionale del nostro Paese, perché gli investitori internazionali stentano un po' a investire in un Paese nel quale può succedere una cosa del genere".