politica

Spicchi d'aglio
2 minuti e 29 secondi di lettura
Mentre ascoltavo la presentazione del progetto (indispensabile. e incredibile che in 34 anni non ci sia ancora) di collegamento tra l’aeroportino di Genova e la stazione ferroviaria di Sestri Ponente sono stato pervaso da confuse sensazioni. La prima, che il Cristoforo Colombo (quello che venne chiamato in una memorabile intervista a Primocanale dalla ex consigliera Piredda, sindacalista Alitalia, l’”aeroporto Marco Polo”) sia ancora così scollegato dalla città. Non esiste in Italia un aeroporto che non sia raggiungibile con treno o metro.

La seconda è l’idea fascinosa della telecabina. Mi chiedo, da assoluto incompetente, se non ci fosse un altro mezzo di comunicazione più legato alle tradizioni genovesi che non una funivia. Evidentemente no, se non ci sono arrivati illustri ingegneri. Il ragionamento, dunque, è che siamo davvero meravigliosamente fantasiosi. Abbiamo funicolari e ascensori , un’ascensore addirittura “obliqua” a Quezzi, un po’ come quella che serve a raggiungere lo studio-eremo di Renzo Piano a Punta Nave di Vesima. Ma siamo sprovvisti di funivie. Bisognava rimediare ed eccola la funivia per l’aeroporto strappato alle onde del mare e al molesto volo dei gabbiani, presi a cannonate per far decollare gli aerei.

Forse per giustificarne la realizzazione i progettisti e le istituzioni hanno deciso di far salire la funivia (io ho capito così) su qualcosa che somigliasse a una montagna. Che cosa c’era nelle vicinanze? Cribbio! Il mitico paradiso degli Erzelli, dove regnava un dì il principe Aldo, assiso su un trono a forma di containers. E dunque partiti dalla aerostazione, saliremo sulla cabinovia, cantando La Montanara uééé, raggiungeremo la stazione dei treni a Sestri, ma potremo forse proseguire il viaggio, confortati da un cane sanbernardo e da una fiaschetta di genepy. Salendo fino alla vetta per andare a trovare il Granduca Castellano e visitare le meraviglie del Mago Cingolani, finché non se le prenderà Maroni. Chissà, di vetta in vetta, di stambecco in stambecco, passeremo al monte Corno per finire al Figogna a chiedere perdono alla Madonna della Guardia.

A parte il facile e deprecabile scherzetto, (i soliti vecchi genovesi scettici come me) raggiungere Erzelli in funivia dimostra ancora una volta come sia scomodo questo luogo. Ma lasciamo perdere. Ormai c’è e ce lo teniamo e speriamo che funzioni, che non sia una cattedrale nel deserto, e che i professori e gli studenti di Ingegneria, che forse avrebbero potuto lavorare dentro il porto antico all’Hennebique e dintorni, circondati dal terrificante centro storico della Genova medioevale, tra palazzi cinquecenteschi, musei, movida, turisti e bistrò, ci stiano bene lassù sulle montagne tra nubi e valli d’or. E che nei momenti di libertà sciamino per gli scoscesi pendii e raggiungano il centro di Sestri che, questo è vero, è molto più trendy di quello della arrogante Genova.

Con che mezzo di trasporto scenderanno a valle? Con gli sci.