
Domenica contro l’Udinese, è utile ricordarlo, quei tre non ci saranno. Due ceduti per far cassa, hanno portato oltre venti milioni, uno, l’italiano, infortunato. Basta questo per far capire che oltre ad una stagione irripetibile, c’è anche una chiara inferiorità tecnica, mettiamoci che pure Tino Costa non c’è più e ognuno tiri le conclusioni.
Per questo i rossoblù la salvezza dovranno sudarsela fino in fondo. Il gruppo è compatto e positivo, ma nessuno si nasconde le difficoltà. E di confortante c’è che il messaggio è stato recepito dai tifosi che sanno di dover fare la loro parte, poi semmai ci sarà tempo per i bilanci.
Contro i friulani che arrivano da un magro bottino di 5 punti nelle ultime otto partite e con l’allenatore Colantuono sulla graticola la partita è di quelle da maneggiare con cura. Una vittoria darebbe slancio notevole, ma guai a fare un passo falso.
Il Genoa è pure in emergenza e in attacco tocca ancora alla coppia Suso-Matavz con Cerci in ballottaggio con Laxalt. Munoz torna disponibile, rientra Rincon a centrocampo al posto di Rigoni, ma il Gasp lì in mezzo potrebbe inventarsi qualcosa.
Com’è lontano il ricordo del Genoa ye ye di appena un anno fa, ma è pure onesto dire che dal 2007, promozione in A del Grifone, proprio Udinese e Genoa nella classifica generale sarebbero alle spalle solo delle grandi all’ottavo posto.
IL COMMENTO
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