Il ddl Cirinnà sulle unioni civili supera il primo voto in Senato. L'Aula del Senato ha respinto la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Hanno votato contro 195 senatori, a favore 101, 1 astenuto.
Il presidente Grasso ha deciso che la richiesta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl sulle unioni civili verrà esaminata dall'Assemblea con voto palese. "Il tema - spiega Grasso - rientra non tanto nella sfera di applicazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione" quanto "nell'ambito di applicazione dell'articolo 2 della Costituzione, in base al quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Si dice sorpreso Roberto Calderoli "E' una scelta politica che lei ha preso in solitaria. Con questa legge infatti stiamo parlando di matrimonio, non di altro. Proprio perché mi aspettavo una arrampicata sugli specchi per negare questo, ho allegato sei pagine per spiegare che la totalità degli argomenti di questo ddl fa riferimento al diritto di famiglia"
Intanto il minsitro della Giustizia Andrea Orlando, assicura che "Il governo non esprimerà valutazione politica" sul ddl, ma solo una valutazione "tecnica" su alcune proposte di modifica "quando palesemente non conformi alla giurisprudenza europea e costituzionale. Il governo - conclude - non fa una vera e propria replica, anche perché, come si sa, nel governo stesso e nella maggioranza che lo sostiene ci sono posizioni diverse su un tema così sensibile e delicato".
Il Pd è orientato a lasciare libertà di coscienza ai propri senatori solo su tre emendamenti. Uno dei tre è quello, a firma di Stfano Lepri, che sostitusce la stepchild adoption con l'affido rafforzato. Ma per i cattolici del Pd gli emendamenti al ddl unioni civili da sottoporre al voto di coscienza e quindi alla libertà di voto sono 9 e non 3, come proposto dal capogruppo Luigi Zanda. Ad avanzare la controproposta, nell'assemblea dei senatori Dem, è il vice capogruppo Stefano Lepri, primo firmatario dell'emendamento che sostituisce la stepchild adoption con l'affido. Alla fine è stata accolta la proposta di Zanda sui tre emendamenti. Alla fine si è scelto di non votare né sulla proposta Zanda né sulla controproposta di Lepri, limitandosi ad accogliere la prima ma con l'impegno di ampliare, magari anche ratificando tale decisione in una nuova assemblea, il numero dei voti secondo coscienza, al momento limitati a quelli sull' emendamento Lepri (che sostituisce la stepchild adoption con l'affido rafforzato), sull'emendamento 5.6000 a prima firma di Cecilia Guerra che attribuisce adozione piena alle unioni civili e sull'emendamento 22.0.6002 a prima firma di Donella Mattesini e relativo alle norme di legge applicabili alle convivenze di fatto.
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Unioni civili, il ddl supera il primo voto al Senato. Tensione nel Pd
A Palazzo Madama è risiko dei numeri
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