cronaca

Linea dura della Fiom, questa mattina fabbrica occupata e corteo
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È arrivata la convocazione ufficiale del governo per il 4 febbraio per discutere della situazione dello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano. Nella convocazione manca però l'indicazione del ministro che sarà presente all'incontro, requisito che era stato chiaramente richiesto dalla Fiom Cgil. La protesta dei lavoratori, dunque, è destinata a continuare.

Stamane, l'assemblea dei lavoratori dell'Ilva convocata da Fiom e Failms ha deciso l'occupazione della fabbrica per alzata di mano. I lavoratori sono scesi in strada con i mezzi e hanno occupato la rotonda che si trova tra la strada Guido Rossa e il terminal Spinelli a Cornigliano. Dopo aver occupato la strada principale di Cornigliano, i lavoratori di Ilva hanno iniziato un corteo diretto verso la stazione ferroviaria. Lì, circa duecento lavoratori, hanno effettuato un blocco stradale anche con due grandi mezzi. Sono stati incendiati alcuni copertoni e un cassonetto è stato rovesciato in strada. La strada è stata chiusa al traffico.

I lavoratori hanno comunicato che rimarranno a dormire in fabbrica
, per poi riunirsi nuovamente domani mattina e decidere se organizzare un altro corteo per le vie di Genova, eventualmente con azioni ancora più eclatanti.

"Abbiamo deciso l'occupazione della fabbrica perché pensiamo che il Governo abbia dato uno schiaffo alla città di Genova oltre che ai lavoratori dell'Ilva", ha detto Bruno Manganaro, leader della Fiom genovese . "Il governo vuole superare lo scoglio del 10 febbraio senza intimorire i privati con l'accordo di programma di Cornigliano. Il Governo senza dichiararlo sta strappando l'accordo di programma, per questo dobbiamo alzare la voce per difendere reddito, posti di lavoro e stabilimento".

"L'iniziativa della Fiom di questa mattina all'Ilva di Cornigliano è legittima" ma è "inaccettabile che in assemblea non si consenta di esprimersi a chi ha idee diverse" e "dichiarare la fabbrica occupata quando metà dei lavoratori sono già entrati a lavorare nonostante le intimidazioni all'entrata" è "una prevaricazione inaccettabile". Lo scrive in una nota il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli. Il consenso all'iniziativa "va raccolto con strumenti democratici altrimenti è un'altra cosa", scrive Bentivogli.

RIXI - Nel corso della diretta di Primocanale è intervenuto l'assessore Edorardo Rixi, che ha commentato la situazione di Cornigliano facendo riferimento, soprattutto, alla necessità dell'incontro con il governo. "E' un accordo che riguarda esclusivamente la realtà genovese dove si vuole ridurre l'inquinamento. C'era stato un accordo bastato su ricompense di carattere salariale e non solo, accordo che ha avuto qualche modifica ma che non è stato rispettato del tutto, oggi si dichiara la permanenza di quest'accordo che offre una precedenza a Cornigliano rispetto a Taranto, cosa che al momento il governo non accetta, questo il tema centrale di oggi. Mancano 10 milioni di euro e oltre a questo ci sono problemi riguardanti i fondi della magistratura contabile e si arriva alla mancanza di tranquillità. Siamo preoccupati, ci sono alcuni punti cruciali che rischiano di compromettere l'accordo di programma. Un conto, comunque, è dire che va ridiscusso l'accordo di programma, un conto è dire che non esiste più. E' necessario parlare con il governo. Non è garantita la presenza del ministro Guidi il 4 febbraio, l'importante sarà comunque sedersi a un tavolo e parlare. Taranto, avendo più occupati di Genova, pesa di più a livello nazionale, vero anche che su ottocento milioni di euro solo uno e mezzo è stato destinato a Genova, il resto a Taranto. L'altro elemento è il fatto che il governo non si può permettere di gestire questo processo senza tenere conto delle esigenze del meridione. Non vorrei che in questo modo trascurasse Genova".

TOTI - Nel prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico la Regione Liguria è pronta a dialogare con il Governo per trovare una soluzione duratura per lo stabilimento Ilva di Genova nel pieno rispetto dell'Accordo di Programma sottoscritto a suo tempo da tutti i rappresentanti delle istituzioni locali e dall'esecutivo". Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Eravamo pronti con la Società per Cornigliano a farci carico dei flussi di cassa del governo e a stabilizzare per due anni la situazione. Al Comitato di sorveglianza pensiamo debba essere presente un rappresentante del governo per dare sicurezza e certezza a tutti, dagli enti locali ai lavoratori. Se le istituzioni avessero collaborato meglio, oggi probabilmente avremmo una situazione di maggior sicurezza per tutti. Auspichiamo che, alla chiusura della manifestazione di interesse il prossimo 10 febbraio, si presentino degli acquirenti in grado di fornire un piano industriale serio. In questo quadro, pertanto, comprendiamo le preoccupazioni dei lavoratori ma li invitiamo, in un momento così delicato per l'azienda, a mantenere un atteggiamento prudente e responsabile".

PIAZZA - Anche l'assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova Emanuele Piazza è intervenuto durante la diretta di Primocanale: "Stiamo lavorando per arrivare una convocazione dal ministero a Roma che è stata convocata informalmente sabato. Aspettiamo la formalizzazione. La composizione della riunione auspichiamo sia funzionale alle prospettive lavorative. Fra poco questa convocazione arriverà e apruiremo una discussione non definitva ma che era stata richiesta. Bisogna lavorare perchè questa riunione sia produttiva e poiché possano partecipare soggetti che possano partecipare in modo fruttuoso. La Fiom sta adottando la linea della protesta, altre sigle hanno fatto scelte diverse, quindi non parliamo di lavoratori. Noi rispettiamo i lavoratori in quanto tali, a prescindere dall'appartenenza sindacale".

BOSCO - Il segretario della Camera del Lavoro Ivano Bosco ha parlato in collegamento da Cornigliano confermando la staticità della situazione: "Non abbiamo novità. Siamo fermi alla mail di sabato, che abbiamo ritenuto insufficiente. Non ci ci serve un tavolo tecnico, a noi serve un tavolo politico con un ministro. Sono ben 6 i ministri che hanno bloccato l'accordo di programma, pensiamo che almeno uno possa essere disponibile a confermarci l'accordo. L'accordo va rispettato.

QUARANTA - “Il governo si assuma le sue responsabilità e annunci al più presto la presenza del Ministro Guidi il 4 febbraio quando si discuterà del futuro di Ilva”, ha dichiarato il deputato genovese Stefano Quaranta, capogruppo di Sel alla Camera. “I lavoratori - continua - reclamano giustamente di interloquire con il governo e non con un tecnico. Nel 2005 il governo insieme ad amministratori locali e ai sindacati ha firmato un accordo di programma dove si impegnava a fronte della chiusura degli impianti a caldo e di 400mila metri quadri di aree restituite alla città, a mantenere occupazione e reddito”.

SALVATORE - Contro il Governo e il Pd anche il Movimento Cinque Stelle. Così la capogruppo in Regione, Alice Salvatore: "L’avevamo detto in tempi non sospetti, quando il Pd gridava alla vittoria spacciando per vittoria un emendamento Basso che, in realtà, allungava solo l’agonia dei lavoratori Ilva e non rispettava l’accordo di programma. La dimostrazione la stiamo avendo in queste ore con l’occupazione della fabbrica di Cornigliano e l’annuncio di uno sciopero a oltranza fino a quando non saranno rispettati i patti. Né il governo centrale, né tantomeno le amministrazioni locali hanno dimostrato di essere in grado o di avere la volontà politica di dare un futuro ai lavoratori Ilva. Accordi pubblicamente sottoscritti offrivano garanzie che ora vengono stracciati con la stessa velocità con cui andava Raffaella Paita in campagna elettorale. Anche Ilva diventa una merce da vendere al migliore offerente".

TERRILE - Il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile cerca di stemperare la tensione: "Comprendiamo le preoccupazioni dei lavoratori ILVA sul futuro industriale del gruppo siderurgico ed in particolare dello stabilimento genovese. Già in sede di conversione del Decreto Ilva i nostri parlamentari hanno posto con un ordine del giorno della Camera dei Deputati l’impegno al Governo affinchè attraverso un confronto tra i sottoscrittori dell’Accordo di Programma sia assicurata anche in caso di vendita la tutela dei livelli occupazionali, e siano garantiti gli investimenti necessari per le linee di zincatura e banda stagnata. Siamo certi che l’incontro del 4 febbraio al Ministero dello Sviluppo economico sarà l’occasione per affrontare politicamente il tema dello sviluppo industriale e occupazionale, anche in relazione alla possibile cessione del gruppo. Auspichiamo che in previsione dell’incontro prevalga tra Azienda, Istituzioni e Sindacati un clima di confronto e responsabilità nell’interesse degli obiettivi comuni a tutta la città".

PASTORINO - "Dopo tutti gli impegni presi da Governo ed Enti Locali, è inaccettabile che ancora non sia stato convocato un tavolo di trattativa per ILVA. Altrettanto inaccettabile che gran parte della politica non sia scesa in campo per denunciare gli accordi disattesi: è un fatto che i tavoli tecnici siano costantemente rinviati nell’indifferenza generale. Tutto ciò lascia sgomenti". Lo dichiara il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino, commentando le manifestazioni di protesta avvenute a Genova questa mattina. "A differenza di quanto afferma qualche politico filogovernativo, quella dei lavoratori ILVA non è una battaglia di retroguardia – conclude Pastorino - è invece un richiamo alla responsabilità: perché su questo tavolo si gioca il futuro dell’acciaio nel nostro Paese e nella nostra città".