economia

Unisce le camere di Imperia, Savona e La Spezia. "Ma senza risorse siamo inutili"
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Un nuovo passo verso la Camera di Commercio Riviere di Liguria. Le Camere di Commercio di Imperia, Savona e La Spezia hanno deliberato in queste ore l'accorpamento nella nascitura Camera di Commercio Riviere di Liguria. Si tratta di un passaggio obbligato, dopo che la riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi ha riscritto l'intero sistema camerale italiano. È stato infatti fissato a 60 il tetto del numero massimo di Camere di Commercio, che si traduce in un quasi dimezzamento, considerando che oggi sono 105.

La riduzione deve essere conseguita tramite accorpamenti ed è proprio questo il destino delle Camere di Commercio di Imperia, Savona e La Spezia, che da mesi hanno avviato le procedure per costituire la Camera di Commercio Riviere di Liguria. “L'accorpamento sta già viaggiando nei tempi previsti. Pensiamo di avere i nuovi organi per fine marzo", ha spiegato a Primocanale Enrico Lupi della Camera di Commercio di Imperia.

Lupi ha ricordato che "le camere di commercio sono finanziate dal tributo che le imprese versano al sistema camerale e non arriva un centesimo da parte dello Stato. Il problema pratico - ha proseguito - sono gli investimenti, perché a causa del taglio del 35% dell’anno scorso, del 40% quest’anno e del 50% nel 2017 sul prestito che le imprese pagano a queste camere di commercio, gli investimenti saranno più ridotti rispetto agli anni precedenti".

E questo quali scenari delinea per il futuro? "Nel 2017/2018 si porrà il problema se servano ancora le camere di commercio, perché se non ci sono più risorse da investire, l’informazione e lo sviluppo di progetti a favore delle imprese non serviranno", ha concluso Lupi.