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Così la presidente della Commissione Welfare a Genova
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"Si parla troppo presto di elezioni e non si tiene conto dei risultati". Così Cristina Lodi, presidente della Commissione Welfare a Genova, interviene a Primocanale e sottolinea: "Per le fasce più deboli la giunta Doria può fare di più".

-Parliamo di Palazzo Tursi e politiche abitative del Comune di Genova, a un anno e mezzo dalle elezione che voto darebbe a queste ultime?

“Abbiamo trovato una situazione complicata, su cui abbiamo lavorato con un’azione di consultazione; quindi con questo regolamento a mio avviso, finalmente, diamo una svolta al tema delle politiche abitative legate all’assegnazione delle case popolari. Sul tema generale delle politiche abitative ancora oggi dovremmo fare una riflessione sul cambiamento di crisi della popolazione genovese, perché un tempo andavamo a “dare le case” a categorie molto svantaggiate, seguite dai servizi sociali, oggi invece la crisi ha colpito molte famiglie. per cui è stato molto importante il nostro provvedimento dell’assegnazione di case dedicate a genitori prevalentemente maschi perché nei provvedimenti sappiamo che molto spesso l’uomo viene allontanato dalla casa perché questo è assimilabile a uno sfratto. Molto c’è da fare, per esempio oggi un’interrogazione importante dedicata all’assegnazione di alloggi a persone con disabilità, perché sappiamo che in teoria sono stati fatti molti investimenti su questo e quindi chiederemo alla giunta se esistono ancora queste case e se sono state date ai disabili”.

Esiste a Genova un problema dell’occupazione delle abitazioni?

“Si, il problema dell’abusivismo è grosso, l’abbiamo affrontato, la giunta inizialmente non è stata molto pronta ma poi ha compreso l’imbarazzo che c’era nell’avere un numero così alto di case occupate abusivamente. Il problema del liberare le case non è solo economico ma mette in gioco una serie di azioni, tra cui ovviamente l’impegno della Polizia Municipale. Il problema è quanto tempo si da alle persone per occupare le case, perché spesso tra il tempo di assegnazione che la giunta dava alla casa messa a norma e il tempo di assegnazione vera e propria passava un arco di tempo eccessivo per cui le persone entravano e si trovavano abusivamente anche un alloggio perfetto. Oggi con questo nuovo regolamento noi facciamo in modo che l’assegnazione avvenga prima della fine dei lavori”.

Per le case già occupate, invece, cosa è stato fatto? Quante case sono state liberate?

“Sono state liberate molte case, spesso i numeri della giunta non coincidevano con quelli rilevati dai comitati di quartieri collinari che segnalavano invece molte più case occupate. Su questo credo che la giunta debba fare uno sforzo maggiore, in realtà bisognerebbe andare non dico edificio x edificio ma il vedere è importante; per esempio è stato fatto un intervento importante in via Vittorini dove sono state liberate case peraltro occupate anche da fenomeni malavitosi che rendevano la vita impossibile. Però, per esempio in via Brocchi o nella zona del quartiere Diamante troppe sono ancora occupate e mi pare che la giunta non ne abbia completa consapevolezza; quindi credo che su questo, insieme a un lavoro di sicurezza e legalità, la giunta debba fare ancora di più, ovviamente la Commissione è lì apposta”.

Cos’è ciò che la giunta, nelle sue parole, non riesce a comprendere o al quale non riesce a dare quella priorità necessaria?


“Il problema non è tanto la comprensione ma quello che comporta lo sgomberare un appartamento: essere pronti a investire, perché abbiamo anche appartamenti murati quindi buttare giù murature e bisogna mettere in condizione l’appartamento che una volta liberato venga messo a posto, assegnato e far in modo che non venga di nuovo occupato. Questa operazione non è che non sia politicamente compresa ma si tratta di una serie di investimenti che richiederebbero un impegno della giunta maggiore su questi temi: è un problema di bilancio”.

Chi rema contro e chi a favore di questa giunta, per arrivare alla normale conclusione tra un anno e mezzo circa?

“Io credo che si stia già parlando un po’ troppo di elezioni e si dovrebbe parlare invece anche di altri problemi, questa settimana ne abbiamo affrontati diversi. Chi rema a favore a anche contro non ha capito che prima bisogna vedere i risultati di questa giunta; la strumentalizzazione di chi prende posizioni a volte avverse alla giunta non lo fa perché rema contro il sindaco Doria, lo fa perché il raggiungimento dei risultati deve essere l’obiettivo rispetto al quale ci sarà la valutazione: se Doria avrà fatto bene, male… E’ chiaro che cominciare già adesso, a distanza di un anno e mezzo, rischia di permettere la strumentalizzazione di chi è all’opposizione e poi ai cittadini interessa più di tutto cosa si sta facendo per i vari problemi e se ci saranno dei risultati".

Il fatto che Doria abbia un vizio originale, cioè non essere il candidato preferito dal Pd, fa sì che oggi la maggioranza possa essere instabile o perlomeno che il Pd remi verso altre direzioni per arrivare a una conclusione diversa?

“Paradossalmente il Pd è il partito che ha più sostenuto Doria in questo mandato, perché a volte è sembrato che la sua lista gli remasse contro o non fosse d’accordo con lui. Noi abbiamo tenuto la barra. Abbiamo perso qualche pezzo per strada però il partito maggioritario rimaniamo noi, il fatto che Doria sia stato scelto da noi dopo aver perso le Primarie, le Primarie sono fatte apposta quindi andiamo avanti. Il fatto che Doria possa essere il nuovo candidato Sindaco, il Pd ha ribadito che più che di nomi dobbiamo parlare di risultati. Ricordando che Doria non è il sindaco Pd, ma è sostenuto in coalizione dal Pd, il Pd come partito maggioritario valuterà questa giunta, che di fatto non è composta in maniere maggioritaria nemmeno da assessori del Pd, anche rispetto ai propri assessori, quello che è stato fatto. Perché in effetti è vero, noi abbiamo perso alle Primarie e quindi abbiamo sostenuto un sindaco che non è del Pd.”

Il fatto che Savona arrivi al voto fra poco più di 4 mesi con un centrosinistra che oggi sembra scollato, ci sono vari nomi, nomi bruciati, nomi che si ripropongono, tutto questo non pensa possa nuocere al futuro , per avvicinarci alle elezioni, del Comune di Genova?

“Il Comune di Savona è importante, verrà fatta anche una valutazione, il fantasma delle elezioni regionali. Noi siamo preoccupati e attenti perché immaginare delle Primarie pensando di aver vinto le Regionali è diverso dal farlo avendo perso. Forse a volte ce lo dimentichiamo questo, credo che il Pd debba ricordarsi gli errori commessi e trovare una compattezza; poi oggi il rapporto con la Sinistra e con il Centro è delicato, non solo per una questione sui temi ma anche per quanto accade a Roma, per il nostro governo Renzi…Lo scenario è molto complesso, quello che noi auspichiamo, da Genova, è che Savona trovi davvero una ricomposizione, e ricordandosi quanto è successo a maggio; questo è un problema che si ripercuoterà su Genova, non deve essere determinante perché magari impareremo anche da questa esperienza”.

Lei, presidente della commissione welfare del Comune di Genova, una cosa di cui va orgogliosa, realizzata finora dalla sua commissione, e la cosa su cui stimolare la giunta e altri per ottenere un risultato entro la conclusione del mandato?

“Il regolamento dell’assegnazione delle case comunali, come dicevo prima, per me è importantissimo. Quello su cui invece credo dobbiamo ancora lavorare è l’assistenza diretta ai cittadini, non come assistenzialismo, ma come strumenti che i servizi sociali avevano a disposizione per aiutare i cittadini in difficoltà in un’ottica di programmazione. Su questo la giunta ha investito non abbastanza, anzi ci sono stati dei tagli proprio su questo legati a scelte di bilancio complessive. Non mollerei su questo aspetto: la crisi aumenta e quindi delegare tutto all’assistenzialismo, cioè ad associazioni come la Caritas o l’associazione S. Vincenzo, che sono preziosissime ma sono sussidiarie, non è giusto. Non è giusto accollare a loro tutta l’assistenza di chi ha bisogno, perché le persone, non si parla di assistenzialismo, hanno bisogno di quel che serve per vivere e per arrivare a un progetto e anche recupero di posizioni che hanno perso".