È prevista per lunedì in carcere l’udienza di convalida dell’arresto dei due clandestini fermati il 31 dicembre all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. A far scattare l’allarme, spiegano gli inquirenti nel corso di normali controlli, sono stati i due documenti falsi che attribuivano loro la nazionalità belga e una serie di foto riproducenti armi rinvenute sui telefonini dei due. Si tratta di un uomo di 24 anni e di una donna di 31.
I primi rilievi condotti insieme all’Interpol spingono gli inquirenti italiani a ritenere che la coppia abbia origini siriane. Una traccia dell'uomo arriverebbe da un controllo eseguito tempo fa in Germania, sulla donna le informazioni sono pressoché inesistenti. Il fermo è scattato in base alle norme antiterrorismo sui voli. I due, rinchiusi rispettivamente a Marassi e a Pontedecimo, si sarebbero dovuti imbarcare per Londra nella tarda mattinata dell’ultimo giorno dell’anno. All’arresto non hanno fornito alcuna spiegazione e con gli agenti hanno fatto scena muta.
LA LORO VERSIONE - Poi, però, al loro legale hanno detto di essere fratello e sorella scappati dalla guerra in Siria, e che erano diretti a Londra per andare dal terzo fratello del quale non hanno però fornito particolari. Secondo la loro versione, dalla Siria sarebbero quindi arrivati in Belgio, dove avrebbero acquistato le false carte di identità, e con un pullman sarebbero approdati a Genova per raggiungere l'Inghilterra. E le foto di armi sullo smartphone? "Siamo degli appassionati, le abbiamo scattate in varie armerie", avrebbero detto.
GLI INQUIRENTI SONO SCETTICI - Un racconto che non convince affatto gli investigatori, secondo cui appare inverosimile il percorso che volevano fare per raggiungere Londra: dalla Siria all'Inghilterra passando per il Belgio e la Liguria. Il magistrato, oltre alla convalida dell'arresto, ha chiesto anche l'applicazione della custodia cautelare in carcere. Lunedì saranno interrogati dal gip Ferdinando Baldini. Oltre allo smartphone, che sarà sottoposto a perizia, è stato sequestrato anche un foglietto. Il sospetto è che possa contenere indicazioni utili per pianificare un attentato.
PERCHE' GENOVA - Resta, quindi, da capire se si tratta di semplici clandestini che avevano acquistato documenti falsi ed erano pronti a costruirsi una nuova vita oppure se si tratta di qualcosa di più spesso. In questo senso la scelta di partire dall’Italia usando come scalo Genova potrebbe essere legata ad una presunta minore attenzione nei controlli.
Una vicenda tutta da chiarire che ha alzato il livello di attenzione a Genova seppur come luogo di transito di persone sospette.
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Sospetti terroristi fermati a Genova, ecco cosa non convince gli inquirenti
Sequestrati smartphone e valigie, lunedì l'interrogatorio
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