I primi cento giorni del nuovo governo della Liguria li ha vinti Giovanni Toti. Li ha vinti in solitaria. Piace alla maggioranza dei liguri per diverse ragioni: è simpatico, ha la faccia da brava persona, parla bene e sa ribattere senza mai cadere nell’aggressività, è sveglio e ha un’ innegabile caratura nazionale alla quale si aggiunge una spiccata capacità di stare davanti alle telecamere. Cosa che non guasta.
Ma Toti appare abbastanza solo, ancora poco sorretto dai suoi colleghi di governo che, fino a oggi, hanno assai parlato ma ancora “poco fatto”. Attenti: non sarebbe corretto e onesto giudicare un nuovissimo modo di governare dopo appena pochi mesi. Quindi le valutazioni si devono rinviare almeno fino alla primavera. Ma se in primavera siamo come oggi non ci sarà molto da rallegrarsi.
Soprattutto nella più importante partita che questa giunta regionale ha davanti: quella della sanità. Voce che inghiotte il 70 per cento dei soldi liguri. Il rischio che molti temono è che invece di copiare il buono della sanità modello Lombardia (non tutto sia chiaro è buono) ci si limiti a “regalare” ai milanesi i pazienti liguri. Un bel regalo di Natale al governatore Maroni che non vedo perché si debba fare.
Ci siamo augurati, in tempi non sospetti, cioè quando regnavano i burlandiani, che la gestione della sanità ideologica modello Liguria finisse e cedesse il passo a un modello dove il pubblico comanda, ma si avvale dell’ elasticità ed economicità della gestione privata in alcuni casi, andando a creare eccellenze in alcuni settori chiave: pediatria, ortopedia, oculistica, cardiochirurgia e neurochirurgia per esempio.
Invece mi pare che si stia spingendo per facilitare i viaggi verso la Padania, nelle meraviglie (innegabili) dell’Humanitas, del Besta, del San Raffaele e del Monzino. Cioè non tanto assimilare il sistema lombardo che ha fatto accordi seri con i privati sotto forte controllo pubblico, ma fornire i cittadini pazienti della Liguria di biglietti di andata a Milano con tanto di sconto.
Tutto pagato dalla Liguria alla Regione Lombardia. Onestamente a me di rimpinguare le tasche ricche dei lombardi non piace. Vorrei che alimentassimo il buono che c’è da noi. In tutto questo Giovanni Toti cerca di funzionare e far funzionare. Quindi c’è ancora la speranza che metta le mani nel delicatissimo campo della sanità, evitando colpi di mano che potrebbero comportare grossi disagi per i cittadini liguri e pesanti esborsi per le casse regionali. Vedremo da qui alla primavera se il governatore riuscirà a mettere la sua impronta.
IL COMMENTO
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