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Il presidente del Parco: “Atto politico inspiegabile”
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Ci sono caratterialità che a Riomaggiore complicano le cose, ma nella cultura dei nostri territori, c’è una tendenza all’isolamento e alla chiusura”.

Sono le parole di Vittorio Alessandro, presidente del Parco delle 5 Terre, amareggiato e polemico dopo la delibera votata dal Consiglio Comunale di Riomaggiore che estromette il Parco dalla gestione del sito Unesco delle Cinque Terre, patrimonio dell’umanità. La sensazione di Alessandro è che nel territorio ci sia una tendenza quella di dire “la risorsa è mia e non la condivido con altri”.

Questa tendenza al frazionismo è una cultura non recente e profonda – aggiunge Alessandro – su questo dobbiamo lavorare moltissimo, perché il progetto delle 5 Terre non può che essere unitario e condiviso”.

Alessandro spiega che la delibera, in sé, non ha un grande valore amministrativo: “Nei fatti non significa nulla perché il Comune di Riomaggiore già partecipa, come gli altri comuni, al tavolo di gestione del sito Unesco. È un atto amministrativo che non comporta conseguenze pratiche, si riferisce a una delega che non abbiamo trovato agli atti. Ma ha invece una forte valenza politica. Questa delibera, ancora più forte perché non ha un versante amministrativo spiegabile”.

Altro aspetto che sottolinea il presidente del Parco è legato al fatto che la pratica non è stata discussa in sede di Comunità del Parco, l’organismo che riunisce Parco, Comuni e Regione dove dovrebbero essere discusse le pratiche più importanti: “Stessa cosa era accaduta sull’Unione dei Comuni, e anche nel project financing della Via dell’Amore” dove il Parco non è stato coinvolto.

E su questo il Presidente aggiunge: “Ho letto sui giornali di una privatizzazione degli interventi di riqualificazione, con il coinvolgimento della Perugina, della Nestlé o di una multinazionale del caffè, per ripristinare la Via dell’Amore. Avrei voluto che una cosa del genere venisse discussa nella Comunità del Parco”.

E allora Alessandro chiede ai Comuni e in particolare a Riomaggiore: “Si ritiene che il Parco abbia ragione di esistere? Oppure no? Questa è una domanda politica a cui tutti i comuni devono rispondere”.