cronaca

Uccisa al Bataclan, si celebrano i funerali
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Cristiana Crisafi, ragazza genovese amica del fidanzato di Valeria Solesin, la giovane italiana uccisa al Bataclan nel corso degli attentati a Parigi del 13 novembre, nel giorno del suo funerale

"Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché Parigi è una festa mobile".

Inizia così Festa Mobile di Ernest Hemingway, il libro usato come simbolo dai parigini dopo gli attacchi che hanno colpito la capitale francese il 13 novembre. Oggi l'Italia porgerà l'ultimo saluto a Valeria Solesin, giovane donna colpita a morte durante l'attentato al teatro Bataclan.

Se ne sono sentite e lette di ogni su di lei e su Andrea, detto Rava, il suo pazzo fidanzato che era finalmente riuscito a trasferirsi in pianta stabile a Parigi, dopo aver fatto la spola con l'Italia per quattro anni. Ha iniziato la sua vita in Francia lavorando in un ristorante italiano nel V arrondissement, popolato da ragazzi di tutte le nazionalità.

Non si arrabbiava mai, non era mai di malumore. Combinava danni, amava la birra e camminava su e giù per il dehor con un passo alquanto ridicolo! Parlava spesso della Vale, la sua amata fidanzata genietto, ma mai in modo melenso.

Amava Valeria e la vita che si stavano, a fatica, costruendo insieme. Tante persone hanno avuto la fortuna di conoscerla attraverso i suoi racconti e le sue descrizioni, sempre ridicole e calzanti. Abbiamo letto tanto sulla loro storia, persone e giornali sono addirittura riusciti a speculare su di loro e su quella notte folle al Bataclan.

Queste poche righe, invece, sono dedicate a chi conosceva Valeria, a chi ha avuto la fortuna di crescere con lei o a chi invece l'ha solo conosciuta attraverso gli occhi e i racconti di Rava. Sono per tutti i genitori che temono per la vita dei loro figli, e ai figli stessi che non si sentono più al sicuro da nessuna parte.

Sono per i ragazzi che vivono all'estero, perché l'Italia non dà loro una speranza, ma che ogni giorno sperano di poter tornare indietro. E' infine dedicato a tutti quelli che, pur avendo paura, non vogliono cedere e continuano ad uscire, ad andare ai concerti, a viaggiare.