Arresti domiciliari fino a febbraio, ovvero fino al compimento di un anno di età del figlio. E' quanto hanno deciso i giudici del tribunale di Sorveglianza in merito alla richiesta avanzata dai legali di Katerina Mathas, la donna assolta dall'accusa di aver ucciso il figlio di otto mesi ma condannata in via definitiva a quattro anni per abbandono di minore. A febbraio verrà fissata una nuova udienza per una nuova decisione sul residuo di pena da scontare. Mathas, assistita dagli avvocati Paolo Costa e Igor Dante, aveva chiesto i domiciliari o l'affidamento ai servizi sociali.La richiesta era stata avanzata grazie alla nuova legge che lo consente per le donne che aspettano un figlio o che hanno da poco partorito sia per le persone che abbiano superato i 75 anni di età per condanne fino a quattro anni. Nel maggio 2014, i giudici di primo grado avevano scagionato Mathas per la morte del piccolo Ale, avvenuta la notte tra il 15 e il 16 marzo 2010 in un residence di Nervi, dopo una notte passata con il suo compagno di allora, Antonio Rasero, a consumare cocaina.
Rasero era stato condannato in primo grado a 26 anni e assolto in secondo grado. La Cassazione aveva annullato la sentenza dell'appello e disposto un nuovo processo per il broker.
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