È stato interrogato uno dei tre giovani arrestati per il pestaggio di un uomo su un bus fermo a Caricamento del luglio scorso. Per loro l’accusa è di tentato omicidio. Ma, contrariamente a quanto ipotizzato finora, l’episodio non avrebbe nulla a che vedere con l’omofobia.Secondo quanto riferito da Marco Comparato, comandante della compagnia Carabinieri di Genova Centro, a scatenare l’aggressione sarebbe stato un complimento rivolto a una delle ragazze del “branco”. Complici l’ora tarda e probabilmente l’alcol, è scattata la rissa. E la situazione è sfuggita di mano.
“Sono tutti ragazzi normali – riferiscono i Carabinieri – qualcuno studia, altri sono in cerca di occupazione. Uno di loro era minorenne all’epoca dei fatti. Messi di fronte alle accuse sono crollati, si sono resi conto della gravità dei fatti”. Quindi la pista omofoba, che era “una delle possibili spiegazioni”, al momento rimane in secondo piano.
Nei prossimi giorni verranno sentiti anche gli altri due giovani fermati. Fondamentali, per rintracciarli, sia le immagini della videosorveglianza sia l’analisi dei tabulati telefonici, che hanno consentito di risalire alle identità in base al percorso ricostruito dalle celle agganciate.
"Di questa vicenda non si deve parlare. Dovete stare zitte, fatevi i c...i vostri", intimano alle due durante un incontro in un bar, dopo che uno dei tre aveva visto una trasmissione in televisione nella quale si parlava della vicenda. E' il racconto agli inquirenti della prima ragazza indagata, alla quali i Carabinieri della compagnia Centro sono arrivati in quasi due mesi di indagini stringendo il cerchio, attraverso l'analisi dei tabulati e delle celle telefoniche agganciate dai cellulari nella zona. Centinaia le persone convocate per essere ascoltate fino a che non sono arrivati a una delle due ragazze. La giovane è stata sentita la scorsa settimana per tre volte. Prima come persona informata dei fatti, poi ha rilasciato spontanee dichiarazioni e infine come indagata.
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