cronaca

Chiesta archiviazione per Guccinelli e Scajola
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Tra gli indagati figuravano anche l'ex assessore Renzo Guccinelli (Pd) e il consigliere di Forza Italia Marco Scajola, oggi assessore all'urbanistica, ma per loro il pm ha chiesto l'archiviazione.

Sulle spese dei consiglieri regionali si era espressa anche  la Corte dei Conti, che aveva chiesto ai gruppi del Consiglio regionale della Liguria di chiarire spese per alcune centinaia di migliaia di euro fatte nel corso del 2012 e aveva poi stabilito che non erano giustificate spese per 400 mila euro.

Ma nei giorni scorsi la Corte costituzionale aveva stabilito che la Corte dei Conti regionale non aveva titolo per controllare le spese dei gruppi consiliari della Regione per l'esercizio 2012, accogliendo così il ricorso depositato dalla Regione Liguria nel 2014. La Consulta aveva stabilito che "non spettava alla Corte dei Conti adottare la deliberazione con cui si è esercitato il controllo sui gruppi in relazione al 2012". 

Il pm Pinto, chiudendo di fatto le indagini sulle spese pazze in Regione Liguria tra il 2010 e il 2012 oltre che per Rixi, Bruzzone, Monteleone, Boffa e Miceli ha chiesto il rinvio a giudizio anche per l'attuale capogruppo di Fratelli d'Italia Matteo Rosso, l'allora consigliere Udc Massimo Donzella, per il tesoriere del Pd Mario Amelotti, per Marco Melgrati e Luigi Morgillo (all'epoca Forza Italia), Maurizio Torterolo (Lega Nord), Gino Garibaldi, Franco Rocca e Alessio Saso all'epoca Pdl oggi in Ncd. E ancora per Marco Limoncini (Udc), Ezio Chiesa (Liguria Viva) e Armando Ezio Capurro entrati in consiglio con la lista del presidente Burlando, Aldo Siri, Alessandro Benzi e Matteo Rossi (Sel), le ex consigliere di Forza Italia Raffaella della Bianca e Roberta Gasco, l'ex consigliere della Federazione della sinistra Giacomo Conti e gli ex Idv Marylin Fusco e Stefano Quaini solo relativamente al 2012, ovvero dopo la loro uscita dal gruppo Idv e il loro ingresso rispettivamente nei gruppi Diritti e Libertà e Misto.

Un filone di indagine a parte, curato dal procuratore aggiunto Nicola Piacente aveva riguardato tutto l'ex gruppo dell'Italia dei Valori in Regione. Maruska Piredda e Stefano Quaini, che hanno scelto il rito abbreviato, sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e 2 anni e 4 mesi, mentre i loro colleghi Niccolò Scialfa, Marylin Fusco, l'ex deputato Giovanni Paladini e il tesoriere del gruppo Giorgio De Lucchi sono stati rinviati a giudizio e il processo è appena cominciato.