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L’assessore regionale a Sanità, Politiche sociali e Immigrazione
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“Le eccellenze sanitarie liguri non corrono alcun rischio, ma l’intesa con la Regione Lombardia può aiutarci a contenere, ad esempio, i costi sugli acquisti”.  Sonia Viale, intervistata da Primocanale, mette i puntini sulle “i” di fronte a chi guarda con scetticismo quell’accordo. L’assessore regionale alla Sanità, con deleghe anche a Politiche sociali e Immigrazione, va oltre: “Si ricrederanno tutti, sia su questo punto sia quando metterò sul tavolo le mosse per ridurre le liste d’attesa e per migliorare il servizio. Datemi solo il tempo necessario a mettere a punto le cose”.

E’ certa, Viale, che non si “può più procedere con i tagli lineari. Non deve farlo il governo, considerando la particolarità della Liguria, non lo farà la Regione: ogni iniziativa sarà connessa alle esigenze dei territori interessati”. E quanto alle Asl, ecco una prima novità: “Bisognerà ragionare in termini di rete sanitaria, non si può più andare avanti con ogni singola Asl che svolge la sua attività senza considerare quanto avviene nel resto della Liguria”.

Non è così scettica, Sonia Viale, quanto al numero degli assessori, oberati da deleghe anche pesanti: “In linea generale qualche testa in più servirebbe, ma ormai l’orientamento è quelle di ridurre certi costi e, dunque, va bene. Nel mio caso specifico, poi, credo che aver accorpato Sanità e Politiche sociali significa dare anche più efficienza ai servizi richiesti dai cittadini, che sono contigui considerando che parliamo di assistenza alle persone prima di eventuali ricoveri, durante i ricoveri e successivamente alle dimissioni ospedaliere. Né meno rilevante sarà il mio impegno a sostegno delle famiglie sul versante dell’infanzia: è vero che siamo una regione anziana che deve prestare tanta attenzione a quella fascia d’età, ma neanche ci si può dimenticare dei bambini e di ciò che essi significano per il futuro. Allo stesso tempo, bisognerà dare risposte adeguate alle disabilità, un tema socialmente molto sensibile”.

Sul versante dell’immigrazione, Sonia Viale difende l’idea di un Cie (Centro identificazione ed espulsione) in Liguria: “Secondo gli ultimi dati in nostro possesso, solo 2 immigrati su 10 avranno lo status di profughi. Poi ci saranno dei ricorsi e magari la percentuale aumenterà, ma non v’è dubbio che il grosso dell’immigrazione è clandestina, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di sicurezza. L’idea del Cie, dunque, rispondeva alla logica di garantire l’asilo a chi davvero ne ha diritto, una conquista intangibile dell’Occidente. Quel che sta accadendo, invece, finisce per negarlo quel diritto, nell’immaginario collettivo facendo dei profughi veri un unico fascio con gli immigrati che violano la legge. Vorrei solo ricordare – aggiunge Viale – che lo strumento del Cie è figlio della normativa Turco-Napolitano, quindi del centrosinistra. Noi, a suo tempo, cambiammo solo il nome”.