Grande apprensione a Monterosso (SP) per la sorte di Gino Pollicardo, uno dei quattro tecnici della Bonatti di Parma rapiti domenica vicino a Mellitah in Libia mentre viaggiavano su un furgone. Preoccupati nella località delle Cinqueterre sono in particolare la moglie Ema Orellana e i due figli, studenti universitari. La famiglia per ora non rilascia dichiarazioni come imposto dalla Farnesina con la quale sono in stretto contatto.
I quattro erano impegnati con la loro azienda nella manutezione della locale centrale.
Il sequestro è avvenuto domenica sera alle 21. I quattro erano partiti dalla Tunisia ed erano diretti al complesso petrolifero di Mellitah.
Ore dopo il sequestro nei pressi di Mellitah, a 60 km da Tripoli, il messaggio ''Freedom (libertà) for Gino, Filippo, Salvo e Fausto'' è apparso nel compound di Wafa, il secondo centro della Libia dove lavoral'azienda parmigiana del settore energetico.
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