Diciassette giorni di viaggio dal Far Eat ai porti italiani, tredici giorni per lasciare lo scalo: questi i tempi del trasporto via mare secondo il Piano della Portualità e della Logistica presentato nei giorni scorsi dal Governo. L'imbuto, insomma, sarebbero i porti e la burocrazia.
"I numeri non sono più quelli, nel frattempo sono successe delle cose: da un lato le navi vanno molto più piano, per contenere i costi. Poi quando arrivano in Italia i tempi sono un po' cambiati, sono state fatte cose che chiedevamo da tempo, come il preclearing. La stessa cosa per quanto riguarda i controlli. Lo sportello unico ha preso campo", commenta Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi.
Insomma, il Piano sarebbe superato nei numeri, ma restano valide le problematiche messe in evidenza: "Rispetto ai tempi indicati dal piano ci sono stati miglioramenti, ma da qui a essere come il nord Europa c'è ancora molto da fare. Lì si lavora 24 ore su 24, per loro la merce deve velocemente andare al settore produttivo. Se fossimo capace di tenere quei tempi avremmo un grandissimo aiuto. Se veramente il governo, come ha detto, vuole aiutare il settore a essere più efficiente possibile, penso che un'ennesima riduzione della burocrazia aiuterebbe tantissimo".
Che qualcosa si sia già mosso, però, lo dicono i numeri. "Nel 2014 abbiamo avuto un anno di segno "più" per il porto di Genova. Ma se si guardano i dati Istat relativi all'economia nazionale si scopre che quella crescita è dettata dal recupero di traffici che prima andavano in altri scali. Non c'è stata nuova economia tra l'Europa e i Paesi d'oltremare: se il traffico cresce significa che è un traffico recuperato da altri porti", spiega il presidente di Fedespedi.
Insomma, Genova e altri scali sono già oggi più attrattivi rispetto al passato, ma si può fare di più. ""L'importatore guarda ai tempi nella loro globalità e all'affidabilità di un porto. Tra Genova e il nord Europa parliamo di 3 o 4 giorni di differenza nella navigazione: non è una grande cifra. Quindi se non riusciamo a recuperare sull'efficienza nel transito negli scali, il rischio è che i porti del nord siano ancora maggiormente attrattivi".
Da Lazzeri anche un commento sugli accorpamenti. Secondo le anticipazioni della Riforma i distretti dovrebbero essere 14. In particolare Genova sarà insieme a Savona, La Spezia insieme a Marina di Carrara. "E' interessante che si ragioni a distretti, è un modo per guardare avanti, credo sia quello che è sempre stato detto da tutte le categorie. Mi auguro che dietro a questa operazione ci sia anche un contenimento dei costi di struttura". E sul ritorno a Roma della regia degli investimenti Lazzeri: "Può essere un bene o un male, dipende come verrà gestita questa centralità".
porti e logistica
Riforma dei porti, Lazzeri: "Bene la lotta alla burocrazia"
Sugli accorpamenti: "Si taglino anche i costi"
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